Si spegne Wcbs, per 60 anni l’emittente radiofonica ha fatto da sottofondo alla frenesia di New York sulla frequenza 880.
Lo hanno annunciato i media americani citando la proprietà, Audacy.
Il silenzio calerà il 26 agosto quando le lettere Wcbs saranno ritirate e la frequenza sarà rilanciata come il canale sportivo Espn New York. La sorte dell’emittente era inevitabile visto il declino dei notiziari radio anche a causa dall’ascesa dei podcast e delle news sugli smartphone. Con la chiusura saranno mandate a casa 23 membri dello staff.
Nata nel 1924, Wcbs iniziò con il format all news nel 1967 ed è riuscita a mantenere per anni una base di fedelissimi newyorkesi. C’è chi l’ascoltava sotto la doccia, chi a colazione, nei taxi. Per molti era come la prima voce che si udiva al mattino. Il ‘suono’ delle notizie era anche una costante nelle bodega o nei deli. Forniva le informazioni necessarie, anche a livello di traffico e di meteo, per gestire la frenesia cittadina. Ogni dieci minuti era lì puntuale a fornire aggiornamenti ai residenti.
“Era come parte dello skyline di New York”, ha commentato al New York Times Jonathan Kahn, 68 anni del Queens, che si descrive anche come un ‘radio guy’ (un tipo da radio). Ha definito Wcbs come uno degli ultimi residui di radio dal vivo in AM, una che forniva l’immediatezza della radio, le personalità dei giornalisti e le notizie ogni ora. “Con Wcbs – continua – c’era sempre qualcuno nella newsroom dall’altra parte del microfono. E’ una cosa che i podcast non sono in grado di dare”.
Nomi di reporter come Tom Kaminski o il meteorologo Craig Allen sono diventati come degli amici per gli ascoltatori.
L’emittente ha svolto un ruolo essenziale nella copertura di avvenimenti come l’attacco terroristico alle Torri Gemelle l’11 settembre del 2001, il blackout che paralizzò la città nel 2003, l’atterraggio di emergenza sul fiume Hudson nel 2009, l’uragano Sandy nel 2012. “Prima degli smartphone – ha spiegato Peter Haskell, giornalista andato in pensione dalla radio nel 2022 – quando le persone non avevano accesso alla tivù, ascoltavano dalle radio in auto oppure da quelle a batteria e rimanevano sintonizzati su 880 per ore. Era così che si veniva a sapere degli allagamenti o di una interruzione di corrente oppure di notizie dalle autorità pubbliche”.