“La convenzione con i medici cubani potrebbe portare in Sardegna oltre 120 medici specializzati e sarebbe occasione per ridare fiato ad un sistema al collasso, che andrebbe certamente ripensato, ma che non può essere governato in regime di perenne emergenza”.
Ne sono convinti i rappresentanti del comitato Sos Barbagia Mandrolisai, da anni impegnati nella battaglia a sostegno della sanità pubblica che li ha visti protagonisti di un presidio fisso davanti all’ospedale San Camillo di Sorgono diventato ora itenerante con tappe a Tonara e Desulo e le prossime a Austis,Tiana e Ovodda, dove la sede del medico di base è carente e dove continua a mancare il pediatra e scarseggiano le guardie mediche.
La soluzione cubana viene adesso rilanciata dal comitato con una lettera alla presidente della Regione, all’assessore della sanità e al Consiglio regionale in cui si chiede di rendere operativa la convenzione stipulata con lo Stato di Cuba e approvata in maniera bipartisan nella precedente legislatura.
Lo stesso comitato ricorda che insieme ai sindaci erano stati proprio loro a spingere per la stipula della convenzione sottolineando “che tanti benefici ha portato in realtà difficili come quella Calabrese, dove i medici cubani si sono inseriti alla perfezione nelle strutture ospedaliere e si sono distinti per professionalità ed efficienza”.
“I tempi della politica – avverte il comitato – si devono adattare alle esigenze del cittadino ma da anni ormai avviene il contrario e questo non più ammissibile. Ci rimettiamo in marcia e se le risposte non arriveranno ci faremo sentire direttamente a Cagliari”.