Giorno dopo giorno, in questo strano autunno tra una giornata al mare e una con l’ombrello in mano, ci stiamo avvicinando al più grande show festivo di sempre. Ovviamente, parlando di eventi, l’attenzione si riversa sulla festa “capodannesca” che inevitabilmente porta alla gara a chi lo farà più “grosso”, a chi porterà l’ospite più big tra i big, insomma quello che, come dice il mantra a cui siamo ormai abituati, “porta gieeentehh” (ndr. permetteteci un po’ di sana ironia).
Ecco quindi che già sulle pagine dei media locali spuntano nomi altisonanti ben pagati con soldi pubblici, nomi illustri e famosi oppure qualche meteora degli anni passati che è sempre funzionale allo spettacolo generalista che si consuma tra i fuochi d’artificio e poi tutti a casa.
Molto spesso nelle pagine di Sardegna Report 24 abbiamo affrontato la questione artistica sarda, mettendo in primo piano la necessità di cambiare rotta e di dare più spazio, lavoro e opportunità alle realtà che qui nell’isola sono attive, valide e producono. Come ogni anno, gli artisti sardi sono alla porta o, se preferite, alla finestra che aspettano di avere un ruolo o meglio un palco in questa grande festa finanziata con soldi dei sardi.
Tra una pala eolica da 200 metri e un campo fotovoltaico, tra una servitù energetica speculativa e l’altra, i sardi non si accorgono che ormai troppo spesso la voce degli artisti e delle artiste resta in silenzio. Si potrebbe definire tutto questo come una servitù artistico-culturale, dove le grandi produzioni d’oltremare si prendono quasi tutto il cachet per ingrassare le loro casse e lasciare qui qualche briciola.
Eppure, quanto sono bravi e importanti questi artisti isolani quando c’è da difendere il territorio e portare il messaggio contro le speculazioni e quando si mettono a disposizione delle cause vere che toccano tutti. Un po’ meno bravi quando c’è da dare loro spazio e lavoro negli eventi pubblici.
Sia chiaro, non siamo mai stati contro la condivisione e lo scambio culturale, tantomeno siamo contro l’intrattenimento dove artisti d’oltremare portano le produzioni valide nella nostra isola. Siamo però convinti che ci debba essere un’opportunità per chi produce arte e musica in Sardegna, un’isola che ancora oggi, nonostante tutto, presenta professionisti e talentuosi emergenti.
Tutti gli occhi sono puntati anche su Cagliari. Cosa ci aspetta nella Città degli Angeli? Un Capodanno sostenibile, diffuso che dia spazio anche agli artisti sardi validi oppure il grande mega show con il solito nome riciclato ma che soddisfi le masse e la brama di spettacolo generalista con l’etichetta “ Visto in Tv” ? Oppure, visto che è un triste trend, forse assisteremo a qualche comparsata dell o della influencer piu’ cliccata?
Intanto il pubblico carica le batterie dei cellulari, perché si sa che oggi se non resti due ore con lo smartphone alzato al cielo a postare video e dirette non puoi dire di esserci stato.
Cagliari, che oggi è governata da Massimo Zedda con una giunta di centro-sinistra, avrà il coraggio di rompere questa corsa sfrenata all’artista famoso? Avrà il coraggio di puntare su un evento diverso che sia veramente un primo passo verso il cambiamento, verso una nuova prospettiva che dia dignità agli artisti e alle artiste sardi? Sarebbe un segnale importante sia per quanto riguarda lo sperpero di denaro pubblico per un solo super evento massificante sia per dimostrare che ci può essere una soluzione equilibrata che possa dare spazio anche ai nostri artisti sardi, soprattutto quelli che portano produzioni originali.
Anche quest’anno, seguiremo questa gara a chi lo farà più grosso senza timore di esprimere critiche costruttive, fornire punti di riflessione cercando di sensibilizzare tutto il pubblico sardo, le istituzioni, il mondo delle associazioni affinché possano tutti capire che questa piccola-grande battaglia artistica è necessaria se non vogliamo far morire l’arte e la cultura, i progetti musicali originali, svuotando la Sardegna della sua poesia e dando la possibilità anche a chi è più giovane di lavorare e crescere nell’arte.
di Sa Mesa de is Artistas Sardus