“Da anni SLG-CUB Poste denuncia costantemente che la privatizzazione ha solo portato rovina, sia ai lavoratori che agli utenti. Eppure, da nessun partito presente in Parlamento sono mai arrivati dubbi o perplessità sulla correttezza sociale ed economica della privatizzazione di Poste Italiane.
Anzi, proprio il governo di Renzi, del PD, vendette il 35% dell’azienda postale, mentre ora, anche il governo di Meloni, di FDI, si è convertito alla privatizzazione di Poste Italiane. Dunque, quelli che si dicono di destra o di sinistra sono un tutt’uno per la privatizzazione, malgrado i gravi danni conclamati che tutte le privatizzazioni italiane hanno sempre portato, dal calo dell’occupazione allo sfruttamento del precariato, dall’aumento dei prezzi al degrado dei servizi e, oltretutto, provocando l’aumento esplosivo del debito pubblico (passato dai 755 miliardi di euro del 1991 – cioè, prima delle privatizzazioni italiane – ai 2mila e 944 miliardi di euro del 2024).
Il motivo del perché destra e sinistra parlamentare italiana sia, da ormai 30 anni, un unico partito per la privatizzazione è che si tratta di schieramenti politici figli del capitalismo, il quale non ha alcun rispetto per gli esseri umani, pensando solo al profitto economico egoistico, con schemi ripetitivi che conducono solo a far convogliare i soldi ai super benestanti, ai ricchi e ai poteri forti, incuranti dei danni economici e sociali che questo comportamento procura alle masse umane. In questo schema disumano, purtroppo, rientra anche lo sfruttamento del precariato, come accade in Poste Italiane, dove migliaia di precari assunti a tempo determinato vengono spremuti per un periodo e poi mandati a casa, per essere sostituiti da altri giovani, ignari, che faranno la stessa fine, in un ciclo di sfruttamento che si protrae ininterrottamente dal 1994, cioè da 30 anni giusti.
E dire che i tribunali, a cavallo tra gli anni 90 e primi anni 2000, furono investiti da 70mila ricorsi legali, presentanti da giovani precari per chiedere l’assunzione stabile. Solo dopo avere perso le prime 30mila cause, costate all’azienda una marea di soldi in spese legali, Poste Italiane chiamò i sindacati di “supporto” alla privatizzazione, per stabilire, obtorto collo, l’assunzione stabile di quei giovani. Tuttavia, l’indecenza dello sfruttamento del precariato continuò, arrivando fino ai nostri giorni, totalizzando altre decine di migliaia di sfruttati da questo meccanismo.
Così, è nato il Movimento dei precari di Poste Italiane “Lottiamo Insieme”, che sta conducendo una impegnativa azione di denuncia, di questa situazione vergognosamente italiana, e che SLG-CUB Poste condivide, nel metodo e nel merito. Dunque, in attesa che, dal Parlamento, al di là dell’impegno espresso da singoli parlamentari coerenti, i partiti politici seri, se ce ne sono, assumano la posizione politica di condannare lo sfruttamento del precariato e la privatizzazione di Poste Italiane, SLG-CUB Poste continuerà a sostenere la denuncia di questo sfruttamento”, afferma la nota del Movimento.