Si è tenuto a Cagliari il Consiglio Generale della Uiltucs Sardegna, alla presenza del Segretario Nazionale Paolo Andreani.
Il numero uno della Uiltucs è intervenuto ai lavori dell’assemblea sarda della Uiltucs che, ha visto la partecipazione dei 150 delegati regionali, in rappresentanza dei settori del commercio, del turismo, della vigilanza, il terzo settore, i farmacisti e il terziario avanzato, di tutta la Sardegna. I lavori sono stati aperti dalla relazione del Segretario Generale della Uiltucs Sardegna Cristiano Ardau che, si è focalizzato sul ruolo del terziario nel mondo lavoro, oggi tuttavia bisognoso di emancipazioni; bassi salari, difficoltà di rinnovare i contratti di lavoro, insieme alle condizioni di lavoro sempre più precarie e alienanti, i mali di un settore che ormai conta quasi 500.000 addetti in Sardegna.
L’adozione di un diverso sistema nazionale di contrattazione collettiva per aumentare le paghe orarie, come un diverso rapporto con le aziende, per concertare maggior benessere lavorativo, mettendo al centro di ogni processo produttivo la persona. Paolo Andreani ha sottolineato l’impoverimento del settore che, tra il 2022 e il 2023 per l’inflazione, ha visto la perdita di una mensilità secca per i dipendenti. Ben 15 Contratti Nazionali rinnovati per oltre 6.000.000 milioni di dipendenti, 160.000 in Sardegna; questo grazie alle grandi mobilitazioni e scioperi che sono stati proclamati. Settore che nei cinque più grandi CCNL in Italia, vede i primi tre firmati dalla Uiltucs. Un aumento di ben 70 miliardi di euro di massa salariale, come ridistribuzione dei profitti verso i dipendenti, parte più fragile dell’economia, sostegno alla domanda interna del paese.
Come la necessità di contrattare dentro l’azienda il salario integrativo, come anche condizioni di lavoro migliori. Ha concluso rimarcando il ruolo del terziario nel mondo del lavoro, a dispetto di altri settori; Uiltucs impegnata in settori dove imperversa il part time involontario, il lavoro a termine, il lavoro delle donne e una flessibilità e precarietà, ormai straripanti a danno dei lavoratori.