In un’edizione del Festival di Venezia, la 81/ma, particolarmente declinata sulla politica e le guerre, anche il concorso dà ad entrambe ampiamente voce con quattro film sui ventuno in corsa per il Leone d’oro. E per essere più precisi troviamo: ‘The Order’ di Justin Kurzel, sul suprematismo bianco; ‘Jouer avec le feu’ di Delphine & Muriel Coulin, sulla politica che ti entra in casa grazie a un figlio; ‘I’m Still Here’ di Walter Salles su una donna che cerca la verità sul marito scomparso durante la dittatura militare in Brasile e, infine, ‘Youth – Homecoming’ di Wang Bing sul dove va oggi l’economia cinese. Intanto ‘The Order’ di Justin Kurzel, thriller politico che si svolge nel 1983, quando una serie di crimini sempre più frequenti e violenti scuotono la zona nord-occidentale degli USA. Rapine in banca, contraffazione, furti di auto blindate che seguono schemi comuni, ma che riescono a confondere le indagini dell’FBI. La svolta si presenta quando un agente (Jude Law) che lavora per conto proprio in una cittadina dell’Idaho ha l’intuizione giusta.
Non si tratta di semplici criminali, ma di un’organizzazione terroristica di suprematisti bianchi che pianificavano una rivoluzione conservatrice guidata dallo spietato Robert Jay Mathews (Nicholas Hoult). Nel segno di quando la politica ti entra in casa c’è ‘Jouer avec le feu’ di Delphine & Muriel Coulin. Pierre (Vincent Lindon), un ferroviere sulla cinquantina, alleva da solo i suoi due figli. Quando Louis, il più giovane, lascia la casa per andare a studiare alla Sorbona di Parigi, Fus, di poco più grande e che non ama troppo studiare , diventa ogni giorno più misterioso. Affascinato sempre di più dalla violenza, si ritrova mescolato a gruppi di estrema destra, agli antipodi dei valori di suo padre.