Le onde dell’oceano come le onde del deserto e, sullo sfondo, la complessa questione del Sahara Occidentale.
Confini visibili e invisibili, angoli di terra dimenticati, paesaggi e orizzonti che sfumano tra il rosso di albe e tramonti, disegnano il mosaico di una storia, a metà tra giallo e romanzo d’avventura.
E’ fresco di stampa “A ovest del Sahara”, edito da Effigi, romanzo d’esordio di Pietro Paolo Proto, cagliaritano, 44 anni, diplomatico attualmente alla Farnesina dopo alcuni anni in servizio a Rabat e a Buenos Aires.
Al centro un complicato caso da risolvere: l’improvvisa scomparsa di Rodrigo Perez, studente argentino appena laureato e, un po’ per caso, arrivato in Marocco come cooperante di una chiesa cattolica. Pietro Paolo Proto traccia un itinerario che da Rabat giunge fino alle remote zone di confine con l’Algeria e la Mauritania. L’autore attinge, anche se non direttamente, alla sua esperienza professionale ma anche alla sua grande passione per il mare e il surf per dare forma a un coinvolgente intreccio giocato su due piani narrativi e popolato da una galleria di personaggi: diplomatici, funzionari internazionali, agenti segreti, giornalisti, attivisti, surfisti, hippy. Martín Rivera, il giovane diplomatico protagonista dell’indagine, gioca d’istinto la sua parola d’ordine, “Segui le tavole”, un fil rouge che si srotola lungo la storia, per illuminarne il percorso. Intorno a lui, tra le onde del mare cavalcate da surf, skate, sandboard, si affollano i fantasmi del passato. Martin è chiamato a un appuntamento ineluttabile col destino.
“C’è una linea nella storia, trait d’union tra Martín Rivera e Rodrigo Perez, il Berm, un muro di sacchi di sabbia, un confine che svanisce, cancella i luoghi e ne custodisce oasi segrete, villaggi poveri. Ma c’è anche un limite, la cresta dell’onda e anche questa si dissolve in un vortice che unisce passato e presente”, ha messo in luce Daniela Paba durante la presentazione del libro al parco dei Cappuccini di Cagliari davanti a un folto pubblico. A ovest del Sahara scopriremo insieme a Martín Rivera come “laggiù gli echi della propria memoria, che parlano attraverso ricordi e miraggi, faranno vacillare la realtà, alla quale dovrà aggrapparsi tenacemente per non tornare a perdersi”.