Un panificio-prigione, dove persone ridotte in schiavitù e asini erano rinchiusi e sfruttati per macinare il grano necessario a produrre il pane.
Un ambiente angusto e senza affaccio esterno, con piccole finestre con grate in ferro per il passaggio della luce.
E nel pavimento intagli per coordinare il movimento degli animali, costretti a girare per ore con occhi bendati. L’impianto è emerso nella Regio IX, insula 10, dove sono in corso scavi nell’ambito di un più ampio progetto di messa in sicurezza e manutenzione dei fronti che perimetrano l’area ancora non indagata della città antica di Pompei, riporta così l’agenzia Ansa.