Non si è mai scavato così tanto a Pompei, più che ai tempi di Amedeo Maiuri, anni ’50 del secolo scorso: il direttore del parco Archeologico Gabriel Zuchtriegel presenta al mondo un’altra meraviglia, lo splendido affresco di Frisso e Elle affiorato a sud della casa di Leda (Regio V, insula 6), e fa il punto su una stagione di lavori che vede in campo già 100 milioni di euro e un’idea di rigenerazione ‘archeo-urbanistica’, passo successivo dopo il successo del Grande Progetto Pompei.
E intanto poco lontano dall’ormai celebre immagine sensuale di Leda e il Cigno, lo scavo si sta allargando.
“Si è ripetuta la storia, siamo dinanzi a un bellissimo affresco, in ottimo stato di conservazione. Sì, c’è l’ipotesi che sia opera della stessa bottega o forse una committenza unica. Quello di Frisso e Elle – ricorda Zuchtriegel – è un mito diffuso a Pompei, ma anche attuale. Sono due profughi in mare, fratello e sorella costretti a scappare perché la matrigna li vuole cacciare di casa e lo fa con inganno e corruzione. Lei cade in acqua e annega, ha il volto coperto dalle onde, sta per annegare e tende la mano verso il fratello”. La casa di Leda (indagata dal 2018-19) non è ancora completamente vuota, gli scavi vanno avanti. Nella casa a sud è emerso l’affresco, in quella a nord è stato trovato nei mesi scorsi il gruppo di statuette ora in restauro. L’augurio è rendere fruibile presto anche queste aree, intanto è lo stesso direttore ad invitare alle visite ai cantieri, aperte ai visitatori. A Pompei, e qui il discorso si allarga, si è infatti “in una fase in cui bisogna navigare verso nuovi orizzonti: dagli aspetti prettamente archeologici e conservativi, a una visione urbana e socio-culturale”.
Al centro Zuchtriegel pone sempre il concetto di sostenibilità: “Pensiamo a Pompei come città contemporanea, anche se immutata da 2000 anni, si compone infatti di viaggiatori che vengono ogni giorno da tutti i continenti. Anzi, pensiamo alle due Pompei, quella antica e quella moderna, intendendo tutto il territorio come un’unica realtà”. Il direttore ricorda che nel ’23 è stata approvata dall’Unesco la buffer zone (11 comuni) e che, su proposta del ministro della Cultura, “Pompei e altri parchi archeologici italiani sono entrati nella legge di bilancio 2024”.
Questi i numeri, declinati con orgoglio: “Ho aggiornato il ministro Sangiuliano, che ringrazio per il sostegno e l’ascolto, sulla progettualità in campo. Ventotto sono i cantieri tra restauro e messa in sicurezza, 11 in fase di avvio, altri in progettazione per un importo complessivo di oltre 100 milioni di euro. Di tutti questi cantieri, nove sono attualmente in corso anche con scavo stratigrafico. Oggi si sta scavando su un’area dalla vastità mai raggiunta, quasi 9.000 mq di ‘scavi funzionali’, ovvero risultato di scelte strategiche. La nostra politica come è noto non è quella di scavare ad ogni costo. Tutto ciò che è scavato deve essere restaurato, tutelato e reso accessibile per i prossimi 100 anni e oltre. Il vero costo, si sa, non è lo scavo ma la manutenzione e la tutela: in questo vogliamo diventare sempre migliori”.