A Roma tappeto rosso per la leader degli ex terroristi Mujaheddin: l’Iran convoca – giustamente – l’ambasciatore italiano

Il ministero degli Esteri dell’Iran ha convocato Giuseppe Perrone, l’ambasciatore italiano a Teheran. Il motivo è la recente partecipazione di Maryam Rajavi, leader del movimento ex terrorista Mek, invitata a Roma a un evento.

«Ospitare una criminale terrorista significa incoraggiare e promuovere il terrorismo e la Repubblica islamica non tollererà mosse di questo tipo in alcuna forma da parte di nessuno ed esprime una seria condanna», ha detto Majid Nili Ahmadabadi, direttore per gli Affari europei presso il ministero di Teheran. Il funzionario iraniano ha poi chiesto al governo di Roma di «evitare di trasformare il Paese in un rifugio per terroristi», precisando che l’Iran rispetta la sovranità nazionale degli altri Paesi e protegge la libertà di espressione in ambito legale. «I meccanismi di governo nel mondo cercano la punizione per i terroristi, ma fornire libertà ai terroristi significa l’annientamento della legge e della libertà dei cittadini rispettosi della legge», ha aggiunto Ahmadabadi.

L’incontro organizzato dai liberali della Fondazione Luigi Einaudi di Roma vedeva la presenza di Maryam Rajavi, leader del Consiglio nazionale della resistenza iraniana, ricevuta con tutti gli onori dal presidente della Commissione per le politiche dell’Unione europea del Senato, l’ex ministro Giulio Terzi di Sant’Agata, insieme al segretario generale della Fondazione, Andrea Cangini.

Il movimento guidato da Rajavi, i «Mojahedin del Popolo Iraniano», è uno dei principali partiti politici che si oppongono al regime teocratico di Teheran. Storicamente vicino all’islamo-marxismo e alla socialdemocrazia, il gruppo di Rajavi è stato considerato per anni un’organizzazione terroristica anche dall’Unione Europea.

LO scorso marzo, proprio il senatore Giulio Maria Terzi e l’onorevole Emanuele Pozzolo si sono recati in Albania per l’incontro internazionale dei Mojahedin del Popolo Iraniano e in quell’occasione sui social, i due, hanno pubblicato foto dell’evento.

Dalle foto inequivocabilmente, si vedono le donne tutte vestite uguali e tutte con il velo. Ma le proteste nate in Iran non nascono proprio dall’esigenza delle donne di non usare il velo? e come mai gli oppositori del governo iraniano, oggi tanto osannati dall’occidente e da Fratelli d’Italia, hanno imposto alle donne un abito uguale e tutte con il velo?

 

 

 

PER APPROFONDIRE:

200 deputati italiani chiedono la destabilizzazione dell’Iran, in prima linea Fratelli d’Italia che tratta con gli ex terroristi – Report Sardegna 24

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