La tuba nera – regalo di Renato Zero – esibita al festival di Sanremo del 1978, i maglioni colorati sfoggiati nelle interviste, l’accappatoio indossato sfrontatamente al Festivalbar78, ma anche gli oggetti personali come il passaporto, le sue macchine fotografiche, la collezione di dischi, le foto e le cartoline di famiglia, i testi dattilografati dei suoi testi.
Apre a Roma, dal 16 febbraio al 28 aprile, la mostra Rino Gaetano, la prima dedicata al cantautore, morto a soli 30 anni nel 1981, lasciando però un’eredità artistica che continua ad essere unica e contemporanea.Al Museo in Trastevere, non lontano dal Folkstudio, dove mosse i primi passi da musicista, fucina dei grandi artisti che verranno come Antonello Venditti e Francesco De Gregori.
Calabrese di nascita, ma romano d’adozione, l’artista viene celebrato con un viaggio che ripercorre la sua formazione e gli aspetti più privati, attraverso “tante rarità” gelosamente conservate e concesse per l’occasione dalla sorella Anna: documenti, foto, cimeli artistici, dischi, video, strumenti musicali, oggetti, abiti di scena, manifesti e la collezione di cappelli che mettono in relazione la sua voglia di leggerezza con la sua capacità di affrontare temi impegnati, senza nascondersi: arroganza del potere, diritti, ambiente, emancipazione della donna.
La mostra, promossa da Roma Capitale, Assessorato alla Cultura, Sovrintendenza Capitolina ai Beni Culturali, a cura di Alessandro Nicosia e Alessandro Gaetano, nipote del cantautore, è organizzata e realizzata da C.O.R. Creare Organizzare Realizzare, con il supporto organizzativo di Zètema Progetto Cultura.