A Salmo e Luche preferisco Quilo!

L'Opinione di Mimmo Di Caterino

Gran parte dell’arte contemporanea è fatta di compromessi, quello che m’interessa in concreto è il segno che resta su materiali a lunga scadenza, quello che serve a conservare l’espressione orfica che fa capo all’essere umano, per questo tendo a essere e relazionarmi agli orfisti e non agli artisti.

Gli artisti contemporanei sono manipolatori, nullità che legittimano un’idea dell’arte completamente falsa, meccanicamente conscia e linguisticamente ingarbugliata, non amano la verità che percepiscono come grave offesa (pensate al dissing tra Salmo e Luche di quest’estate).

Quando mi relaziono agli artisti contemporanei, ho ben presente che hanno un’intelligenza da gallina, ma per tirare a campare dichiaro loro che paiono Leonardo, solo così riesco a stare dentro il loro limitato sistema, ma so bene, che non hanno nulla a che vedere con la trasmissione d’informazioni e sapere che gli “iniziati” all’arte dovrebbero veicolare, troppi s’autodefiniscono artisti, pochissimi sono iniziati all’arte (in grado di trasmettere per linea diretta). Del sud dell’isola, porterò nel cuore, il livello e lo spessore d’iniziati all’arte che non conoscono confini, questioni di Sa Razza.

L’ultimo pezzo di Quilo “Vai a star bene” (feat con Inkiostro), ben rappresenta la tragedia coscienziale, con mezzo secolo nella pelle e nelle ossa, di vivere e osservare tempi presenti che paiono senza uscita, con la propria vita che diventa metafora simbolica della vita. Nella scenografia, un mio quadro che attesta la stanchezza e la fatica di un percorso d’autodeterminazione generazionale, per me un accreditamento simbolico per il quale non posso che ringraziare: stima e rispetto per Su Komandati Quilo, il nostro pensionamento è ancora lontano a venire.

Sperando di stare bene e meglio, in una città metropolitana dove l’Alta Formazione Artistica è presente dal tempo dei Borboni, auspicando che una pubblica Alta Formazione Artistica arrivi anche nell’aria di Cagliari città metropolitana, dove Spagnoli, Savoia e Sardi convinti d’essere spagnoli con la missione di vessare, mortificare e depredare la propria terra (per interessi privati), a oggi non l’hanno ancora determinata.

di Mimmo Di Caterino

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