Sessanta migranti, fra cui 25 minori non accompagnati, provenienti per la maggior parte dai Paesi dell’Africa, da fine luglio a oggi hanno trovato ospitalità e assistenza nell’ex convento dei frati francescani della chiesa di San Francesco, nel rione Cappuccini.
Qui la Diocesi di Sassari, in collaborazione con la Caritas e in accordo con la Prefettura, ha attivato un doppio centro di accoglienza per migranti: uno per minori non accompagnati e uno per adulti.
La Diocesi ha così risposto all’appello della Prefettura di Sassari, evitando che i migranti arrivati in Sardegna per sfuggire a guerre, persecuzioni, fame e povertà, e nell’attesa di vedere riconosciuto il loro status di rifugiati, fossero ospitati in tende.
I cinque appalti banditi nel 2023 dalla Prefettura per cercare strutture di accoglienza sono, infatti, andati deserti: nessuno ha presentato richieste.
“Solo nell’ultimo bando abbiamo ricevuto una manifestazione di interesse da parte di un soggetto che ora sarà invitato a presentare un’offerta”, ha spiegato la prefetta di Sassari Paola Dessì nel corso di una conferenza convocata insieme con l’arcivescovo di Sassari Gian Franco Saba per presentare la struttura messa a disposizione dalla Diocesi.
“Nella provincia di Sassari sono attualmente ospitati circa 600 migranti, ma è un numero destinato a crescere di continuo.
Già questa settimana saranno trasferite qui nel nord Sardegna 30 persone arrivate in Italia percorrendo la rotta balcanica.
Non so perché i bandi siano andati deserti, mi sento però di rassicurare tutti sul fatto che gli ospiti nei nostri centri di accoglienza non hanno mai creato alcun tipo di problematica legata alla sicurezza o altro”, ha concluso.
“La Diocesi ha voluto prestare ascolto a un’emergenza per rendere possibile l’accoglienza di persone che affrontano un percorso di vita molto complesso”, ha spiegato l’arcivescovo Saba. “Il servizio è affidato alla Caritas con un gruppo di mediatori culturali, medici, psicologi. Siamo davanti a una crisi umanitaria, questa è la definizione esatta. Di fronte a una tratta di essere umani la Chiesa interviene e invita tutti i cittadini a fare la loro parte, nessuno può restare indifferente”.