La Grande Mela conferma di essere città affascinante ma quasi invivibile: gli affitti a luglio hanno raggiunto una media di 5.588 dollari al mese, con una crescita del trenta per cento rispetto al 2019, anno prima della pandemia. L’impennata ulteriore dei prezzi arriva mentre Manhattan si spopola: in due anni, dal giugno 2020 allo stesso mese del 2022, se ne sono andati in quattrocentomila, secondo i dati forniti dallo Us Census, il censimento americano.
Rispetto a un anno fa gli affitti sono aumentati del 9 per cento e segnano un nuovo record per New York. Anche l’affitto medio più diffuso, 4400 dollari al mese, rappresenta un dato senza precedenti. Uno studio, inteso come monolocale, costa circa 3.278 dollari al mese, un appartamento con tre camere arriva fino a 10.673. Le case più grandi hanno registrato un incremento negli affitti fino al 36 per cento, rispetto al 2019. I monolocali fino al 19 per cento. Secondo Jonathan Miller, Ceo di Miller Samuel, compagnia immobiliare, “gli affitti potrebbero essere probabilmente vicini a un punto massimo”.
“Nonostante i picchi dei prezzi – ha aggiunto – i nuovi affitti hanno registrato un calo del 6 per cento”. Ma intanto nella Grande Mela il numero degli immobili rimasti vuoti è in aumento. Un ufficio su due, per esempio, è rimasto chiuso. Il sindaco di New. York, Eric Adams, ha lanciato ripetuti appelli per convincere i lavoratori a tornare in città, un’assenza che costa alla City 12,4 miliardi di dollari l’anno. Adams ha annunciato nuovi incentivi fiscali per abbassare i costi ai proprietari dei palazzi che ospitano uffici, ma niente ha fatto per aiutare le famiglie medie a sostenere i nuovi costi degli affitti.