Nuova riunione dell’assemblea, a un mese dall’inizio della mobilitazione. Presente anche la direttrice Rita Lofano. «Nei prossimi giorni verranno promosse altre iniziative per tenere viva l’attenzione sulle criticità di una possibile operazione che metterebbe a rischio il ruolo di fonte primaria dell’agenzia», anticipano i giornalisti.
«L’assemblea dei redattori dell’Agi si è riunita nuovamente a un mese dall’inizio della mobilitazione contro l’ipotesi di vendita dell’agenzia, un mese in cui i giornalisti hanno scioperato per sei giorni e messo in campo iniziative di protesta e di sensibilizzazione dell’opinione pubblica, che hanno avuto una vastissima eco mediatica, politica e istituzionale». Lo afferma, in una nota diffusa il Comitato di redazione dell’agenzia.
«Nella riunione – proseguono i rappresentanti sindacali – è intervenuta la direttrice responsabile Rita Lofano, che ha spiegato di comprendere le preoccupazioni della redazione invitando però ad avere fiducia nell’editore. L’assemblea manifesta forte insoddisfazione per un intervento che si ritiene tardivo e non chiarificatore rispetto agli ultimi sviluppi dell’ipotesi di cessione dell’agenzia. La direttrice ha anche suggerito di “riallacciare un dialogo con l’editore”, dialogo che il Cdr ha con insistenza tentato di tenere vivo in queste settimane, senza tuttavia ottenere risposte».
L’assemblea ricorda, inoltre, «lo sforzo e la responsabilità con cui la redazione ha sempre risposto nel corso degli ultimi anni ad iniziative editoriali messe in campo e poi progressivamente abbandonate, senza ragioni esplicite né spiegazioni, da parte delle direzioni che si sono succedute. Nei prossimi giorni – incalza il Cdr – verranno promosse altre iniziative per tenere viva l’attenzione sulle criticità di una possibile operazione che metterebbe a rischio il ruolo di fonte primaria dell’agenzia, per sua natura autonoma e indipendente».
Infine, l’assemblea ribadisce «la piena fiducia al Cdr in questo delicato frangente e gli affida un ulteriore pacchetto di tre giorni di sciopero che si aggiungono ai tre già deliberati».