Con il Decreto interministeriale del Ministero dell’agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste e del Ministero della salute del 2 agosto scorso, è stato modificato il Decreto ministeriale 23 dicembre 2022 che per l’Eco-schema 1, livello 1 determinava, a decorrere dall’anno 2023, l’utilizzo di Mediane regionali per la riduzione dell’antimicrobico veterinario per ciascuna specie produttiva.
Dopo mesi di confronto tecnico e politico con gli assessorati regionali, il Decreto ha introdotto importanti novità sui valori soglia che permettono agli allevatori di ricevere gli aiuti.
Archiviato il sistema di Mediana regionale, che ha creato numerosi problemi alle aziende agricole e zootecniche per le domande 2023, si è passati a un valore soglia unico nazionale per ogni indirizzo produttivo, che ha innalzato i valori precedenti.
Con il nuovo Decreto, infatti, potranno accedere agli aiuti gli allevamenti, anche misti, che, alla fine dell’anno solare della domanda di aiuto (31 dicembre), rispetto ai valori della dose definita giornaliera (DDD) calcolata per l’anno precedente, abbiano valori uguali o inferiori a quelli indicati nel Decreto per ogni specie e orientamento produttivo oppure abbiano valori superiori a quelli indicati, ma dimostrino una riduzione di almeno il 10% rispetto all’anno 2022.
“Come ho avuto modo di annunciare in più occasioni, l’attività portata avanti in questi mesi sia sul piano tecnico che sul piano politico ha consentito di arrivare a un importante risultato rispetto alla riduzione dell’utilizzo dell’antibiotico negli allevamenti per accedere agli aiuti della PAC.
Il sistema a Mediana regionale utilizzato nel 2023 ha fortemente penalizzato le aziende sarde che notoriamente hanno sempre fatto un uso limitato del farmaco antibiotico veterinario. Questo è dovuto al fatto che, a differenza di allevamenti intensivi maggiormente diffusi nel Nord Italia, in Sardegna la tipologia di allevamento è prevalentemente allo stato semi-brado.
L’innalzamento delle soglie, in particolare per gli ovini da latte a 0,7, per i caprini da latte a 1 e per i bovini da latte a 3, ma soprattutto la possibilità di derogare a queste soglie dimostrando una riduzione dell’utilizzo del farmaco di almeno il 10% rispetto ai valori del 2022 registrati per singolo allevamento, consentirà alle nostre aziende di richiedere con maggiore facilità i contributi”.
Afferma l’Assessore Gian Franco Satta e continua: ”Restano però delle perplessità sul superamento delle criticità che potrebbero verificarsi in presenza di alcuni casi limite, come ad esempio la diffusione eccezionale di una malattia su un allevamento che in passato non ha dovuto fare ricorso all’impiego del farmaco.
Ho provveduto a richiedere i dati aggregati sull’utilizzo dei farmaci al Servizio di sanità pubblica veterinaria e sicurezza alimentare in modo da poter fare delle simulazioni più concrete.
Occorrerà monitorare l’andamento dell’applicazione dei nuovi criteri ed eventualmente sensibilizzare i Ministeri sulla possibilità di riconoscere delle deroghe in presenza di eventi eccezionali”.