Concorso in peculato, truffa, frode in pubbliche forniture, falso in atto pubblico, indebita percezione di erogazione pubblico, sono questi i reati contestati, a vario titolo, dal pubblico ministero Andrea Vacca al termine dell’inchiesta sull’Aias che si è conclusa con l’incriminazione dei fratelli Vittorio, Anna Paola e Alessandra Randazzo.
Ma nell’inchiesta sono coinvolte anche le strutture dell’Aias Cagliari e della Fondazione Stefania Randazzo, come riporta l’Unione Sarda.
Salvata dal fallimento con un concordato preventivo accolto dal Tribunale nei mesi scorsi, ora sui vertici Aias sono piovute accuse pesantissime che riguardano la gestione del gruppo dal 2014 fino a oggi.
Il Pm contesta alla famiglia Randazzo peculati per milioni di euro: non avrebbero destinato al pagamento degli stipendi dei centinaia di dipendenti per oltre 10 anni, le somme ricevute dalla Regione Sardegna quale corrispettivo delle prestazioni erogate, per un importo di oltre 18 milioni di euro.
Secondo l’accusa, l’Aias avrebbe destinato 18.222.847 euro all’Aias Cagliari, 808 mila euro all’Aias Sardegna e 859 mila euro alla cooperativa Senecta per il pagamento di mutui e per le spese di gestione, somme che secondo il Pm sarebbero dovute essere vincolate al pagamento di lavoratori.
Tra le accuse anche la truffa i danni di Asl e Ats, legati al contratto di assistenza socio-sanitaria, riabilitazione e altri servizi destinati ai pazienti, stipulati da Anna Paola Randazzo e Alessandra Randazzo.
C’è poi la frode in pubbliche forniture per il sospetto che le aziende del Gruppo abbiano erogato prestazioni differenti da quelle pattuite, ottenendo un ingiusto profitto su contratti sottoscritti per decine di milioni di euro e solo in parte rispettati.
Il tutto, secondo la ricostruzione degli inquirenti, ai danni di centinaia di pazienti e dipendenti delle strutture della famiglia Randazzo.
Parlare di Aias significa parlare di ritardi nel pagamento degli stipendi, come la stampa ha sempre raccontato, ma anche significa parlare di politica, potere e soldi.
Aias dovrebbe essere ben altra cosa, dovrebbe avere al primo posto la salute dei pazienti e dei dipendenti, infatti l’ Associazione Italiana Assistenza Spastici Sardegna nasce nel 1967 come struttura distaccata dell’Associazione Nazionale, feudo democristiano, dove anche in Sardegna è stato ed è bacino di voti e di interessi di tanti politici.
Come non ricordare i tanti pellegrinaggi e i momenti conviviali tra le famiglie e i vertici dell’Aias, soprattutto in periodo elettorale.
A “gestire” il tutto è la famiglia Randazzo, da sempre impegnata in politica e da sempre impegnata nell’Aias. Vittorio e Alberto sono stati entrambi Consiglieri Regionali di maggioranza e di opposizione della stessa Regione che poi stanziava milioni e milioni di euro per le prestazioni assistenziali erogate dall’Aias.
Il fondatore, Bruno Randazzo, consigliere regionale e deputato democristiano negli anni 80 e 90. Poi coi figli, Vittorio ex consigliere regionale Udc e attuale direttore amministrativo di Aias, ed Alberto eletto per tre legislature con Udc e Forza Italia, che alle ultime elezioni regionali, dove ha vinto Solinas, ha portato in dote all’attuale maggioranza di centro-destra un discreto pacchetto di 2700 voti.
Assemblee e incontri si sono svolti dentro le sedi Aias, inoltre si può trovare su internet la lettera con cui i vertici Aias invitano esplicitamente a votare Alberto Randazzo nel collegio di Cagliari, mentre nel Sulcis l’indicazione era per sostenere Fabio Usai poi eletto con il Psd’Az.
Ma non finisce qui, infatti nella gestione dei rapporti stretti tra Giunta Solinas e famiglia Randazzo, i legami sono consolidati dalla presenza tra i giornalisti dell’Ufficio stampa della Giunta regionale di Antonello Aime, prima collaboratore in Consiglio Regionale di Alberto Randazzo e poi addetto stampa dell’Aias.
Per chiudere, va evidenziato che ancora oggi, nel Consiglio Nazionale dell’Aias ci sono i vertici sardi con la presenza di Anna Paola Randazzo, e Vittorio Randazzo. Il Consiglio Nazionale è composto da 20 Consiglieri eletti dall’Assemblea Nazionale e da 1 Consigliere eletto dagli Enti aderenti.