Si è aperto oggi in tribunale a Oristano il processo sullo sversamento di oltre settemila tonnellate di fanghi da depurazione in oltre tre ettari tra le campagne della Planargia, in particolare tra Tresnuraghes, Magomadas e Tinnura.
Sul banco degli imputati l’amministratore della Geco Leonardo Galleri al quale la procura contesta il reato ambientale di sversamento di materiale nel terreno, ritenuto rifiuto e non ammendante per l’agricoltura, e l’avere diffuso miasmi che hanno inciso sulle comunità circostanti.
La giudice Paola Bussu ha respinto la richiesta di oblazione dei difensori dell’imputato accogliendo l’opposizione dell’avvocato Alessandro Gamberini legale dei comitati cittadini ai quali si aggiungono Italia Nostra, Adiconsum e Isde.
E si sono costituiti parte civile anche i tre comuni del territorio.
La prossima udienza è stata fissata per il 13 novembre.
La vicenda risale al 2019, quando i comitati cittadini della Planargia e diverse associazioni ambientaliste, ma anche Consorzio per la tutela dei vini doc della malvasia di Bosa hanno iniziato a protestare contro lo sversamento di materiale nel terreno. Dopo che il mancato stop del Tar, come invece richiesto dal Consorzio, sono arrivati i sigilli del Tribunale di Oristano con un decreto di sequestro preventivo a seguito di una denuncia alla Procura di Oristano presentata dal comitato AcquaBeneComune di Planargia Montiferro e Italia Nostra Sardegna. Dopo una settimana è però intervenuto il parziale dissequestro dell’impianto, come chiedeva la Geco. Ora la vicenda si è spostata nella aule del tribunale.