Nessuna faida, nel ‘Family Feud’ italiano.
È la promessa di Flavio Insinna, che oggi ha presentato agli Studios De Paolis di La7 il suo nuovo programma per la tv del Gruppo Cairo, ‘Famiglie d’Italia’.
Un game show che mette al centro proprio i nuclei familiari, non importa se stretti o allargati, in un’ottica inclusiva: “per noi famiglia è dove ti rispetti, ti piaci e non ti meni”, racconta. Tant’è già dalle prime puntate del programma prodotto da Fremantle Italia c’è una coppia di donne sposate tra di loro.
Nella trasmissione, che andrà in onda dal lunedì al sabato alle 18.30 a partire dal 7 ottobre, due gruppi di parenti da 5 persone l’uno si sfideranno sulle abitudini degli italiani secondo le risposte più popolari a sondaggi d’opinione realizzati appositamente da Swg. Premio finale per ogni puntata: 10mila euro. E ospite speciale il cagnolino Ginger, che girerà per lo studio (come in ogni casa che si rispetti).
Il format, che negli Stati Uniti va avanti da quasi 50 anni ed è stato esportato in oltre 78 Paesi, era stato già proposto in Italia da Mediaset negli anni ’80, con il nome di ‘Tuttinfamiglia’ (conduzione di Claudio Lippi e, poi, Lino Toffolo), e un’altra volta tra ’92 e ’93 come ‘Tutti per uno’ (in questo caso con Mike Bongiorno). Ma, come dicono gli inglesi, “the third time is the charm”, la terza volta è quella buona, o almeno si spera.
Insinna, in realtà, fa tutti gli scongiuri del caso. “Dall’8 mattina se andremo bene, bene – afferma – ho accettato per divertimento. E negli anni ho imparato a fregarmene un po’”. Ma “è chiaro che sento la responsabilità – precisa – e devo moltissimo ad Andrea Salerno e al presidente Urbano Cairo. È chiaro che c’è un investimento, quindi non faccio il naïf ma ripeto: se va male e se non piacerà non l’abbiamo fatto apposta, perché noi ce la stiamo mettendo tutta”.
Comunque, racconta ancora facendo un po’ di show con i giornalisti, il direttore di La7 lo corteggia ormai da anni. “Il primo rifiuto che mi ha dato risale al maggio 2018 – rivela Salerno, tra le risate – potrei leggere i messaggi ma te li risparmio. E anche esibire i vocali, in stile Boccia”. Alla fine però Insinna è stato convinto. “Ringrazio la Rai per le offerte – afferma il conduttore – ma quello che mi avevano proposto non mi faceva paura, mentre questo sì perché non so come va a finire”. Con il servizio pubblico, comunque, un addio in buoni termini: “mi dispiace se Amadeus se n’è andato perché non ha sentito l’amore – commenta – la mia analista dice che l’errore che facciamo tutti è investire sentimenti in un’azienda, e ci resti male se non riesci a capire che non è una persona”. Detto ciò, tanti cari saluti e supporto sia al collega passato al Nove che a Stefano De Martino: “lo guardo con infinita tenerezza – dice – è un programma difficilissimo”.
In un palinsesto in cui c’è tanta cultura e politica, La7 dunque torna con un game show dopo l’esperienza di Lingo. “Fare un gioco nuovo è regalare al pubblico di tutta la televisione un’alternativa – spiega Salerno – e dentro La7 Flavio ha senso proprio perché è portatore di valori. Mi sembrava il programma giusto per questa rete”. Per quanto riguarda il futuro, continua, “avremo altre cose dentro La7 con lui”. Allo sguardo perplesso di Insinna, scherzano ancora: “ah, sì, le televendite”: l’alternativa in caso le cose non andassero bene.