In questi giorni ho depositato in Consiglio Regionale un’interrogazione urgente per portare all’attenzione della Giunta e delle istituzioni nazionali ed europee le drammatiche conseguenze che l’inclusione del trasporto marittimo nel sistema ETS (Emission Trading System) sta già avendo sulla Sardegna.
“La Direttiva ETS, pensata per ridurre le emissioni di gas serra, si sta trasformando per la nostra isola in una vera e propria condanna. Il trasporto marittimo è la spina dorsale dell’economia sarda, l’unico collegamento praticabile per movimentare merci e beni essenziali.
L’aumento dei costi legato a questa misura rischia di compromettere la competitività delle nostre imprese, colpendo duramente le filiere produttive, i trasporti e, di conseguenza, i cittadini sardi. Questa non è solo una questione tecnica o economica, ma un tema cruciale di equità e giustizia. La Sardegna, a causa della sua insularità, si trova in una condizione strutturale di svantaggio rispetto al resto d’Italia e d’Europa. Per questo motivo, politiche come l’ETS devono tenere conto delle peculiarità del nostro territorio, altrimenti si trasformano in strumenti di disuguaglianza anziché di progresso.
Non possiamo accettare che le nostre imprese e i nostri lavoratori siano schiacciati da regole che non riconoscono la specificità della Sardegna. La Regione deve far sentire con forza la propria voce nelle sedi nazionali ed europee, perché in gioco c’è il futuro economico della nostra isola e la dignità di chi ci vive e lavora.
La Sardegna non chiede privilegi, ma il rispetto del diritto a competere ad armi pari. Difendere le
nostre imprese significa difendere l’identità e il futuro di tutti noi. Restare in silenzio non è
un’opzione”, ha dichiarato Alberto Urpi, Consigliere regionale.