“Trasformare lo spicchio di mare sotto le falesie di Punta Giglio a rischio frana in zona a massima protezione, con divieto di navigazione, sosta, balneazione, immersione e pesca”.
È la proposta avanzata dal Wwf Sardegna all’ente gestore dell’Area marina protetta Capo Caccia – Isola Piana per evitare l’intervento di messa in sicurezza previsto proprio dall’ente parco sulle falesie.
Un intervento che secondo gli ambientalisti metterebbe a rischio le specie vegetali e animali rare o a rischio diminuzione che sono presenti in quella zona.
“Il Wwf ritiene necessaria una soluzione che abbia come priorità la tutela della biodiversità e allo stesso tempo non metta in discussione l’operato dell’Ente gestore, laddove questo è responsabile dell’applicazione delle norme e di eventuali atti già approvati”, spiegano gli ambientalisti.
“L’area a pericolo frana (circa 8 ettari, ovvero 400 metri di costa) è di fatto già interdetta al pubblico dal 2015 per il rischio di caduta massi con l’ordinanza n.51/2015 del 23 ottobre 2015 dell’Ufficio circondariale marittimo di Alghero”, precisa il Wwf. “L’ordinanza prevede il divieto di: navigare, ancorare e sostare con qualunque unità sia da diporto che ad uso professionale; praticare la balneazione; effettuare attività di immersione con qualunque tecnica; svolgere attività di pesca di qualunque natura). Si tratta di trasformare questo atto provvisorio in definitivo”.
“Questo renderebbe superato l’intervento sulla falesia, perché di fatto non ci sarebbero più i pericoli richiamati dall’ordinanza e che fungono da presupposto al progetto di mitigazione del rischio”, concludono gli ambientalisti.