“Il Festival del cinema per il solo fatto di essere nella stessa organizzazione della Biennale di arti figurative risulta d’ufficio la più importante manifestazione nel campo cinematografico”.
Così Pietrangelo Buttafuoco, citando una frase di Francesco Pasinetti del 1932, (“grande veneziano e grande critico cinematografico”), ha esordito alla Biblioteca dell’archivio storico della Biennale nel suo primo incontro stampa, in qualità di presidente della Biennale, di questa 81/ma edizione della Mostra di Venezia.
Giacca e cravatta chiara, disinvolto e informale, il neo presidente della Biennale ha tenuto un lungo discorso, alla presenza dei giornalisti e di Alberto Barbera, in cui ha messo in luce l’eccellenza di questa arte: “Il cinema ‘settima arte’ o ‘decima musa’ nella sua storia non ha concluso né tantomeno escluso le altre arti, ma anzi ha contribuito a rinnovarle avendone un duplice esito come è testimoniato da questa compagnia di ‘silenziosi schiavi’, nell’antica definizione dei libri”.
E ancora Buttafuoco, presidente della Biennale da ottobre 2023: “Forza di questa mostra è ovviamente Venezia con quella sua capacità di poter dialogare col mondo e con i paesi più lontani. È bellissimo ogni volta ricordare quell’immagine che ha dato Federico Fellini della Sala grande (dove avvengono le proiezioni più importanti e le premiazioni, ndr) quando dice che per un regista rappresenta un esame di maturità”.
Il presidente della Biennale si è rivolto poi al pubblico stesso: “Ovunque tu sia devi partecipare, essere presente nelle emozioni perché comunque questa industria sente, percepisce e cattura nell’immagine e nel suono e nell’ascolto il senso stesso di un qualcosa che è vigore, forza, creatività e poesia”.
Infine, ha sottolineato con toni sempre più poetici e allusivi: “Venezia è sempre in anticipo sul futuro. La mostra, il più antico festival del cinema al mondo, è come speculare al miraggio acqueo da cui è generata e si rinnova mantenendo sempre la sua unicità. E quasi un secolo dopo è ancora il luogo in cui i cineasti si danno appuntamento per presentare le loro visioni, per plasmare da Venezia il panorama del cinema internazionale.
Questa mostra, voluta fortemente nel 1932 per assecondare la febbrile contezza della modernità, possiede il potere ora di leggere la realtà in atto e captare tutto ciò che arriva domani e quindi sono certo che nell’edizione di Venezia 81 le pellicole tutte quante selezionate, oltre le loro immagini, oltre lo schermo, illuminandosi per venire incontro al futuro, daranno un senso alla nostra voglia di conoscenze, alla nostra voglia di stupore”.