È battaglia contro il tempo nello stato indiano del Sikkim nel disperato tentativo dei soccorritori per salvare i superstiti dell’inondazione causata dallo straripamento del lago Lhonak, mentre il bilancio delle vittime è salito a 14 e quello dei dispersi a 102.
Tra questi ultimi si contano 22 militari delle forze indiane di stanza nello stato nordorientale himalayano.
Almeno cinquemila abitanti dei villaggi del distretto sono gravemente colpiti, mentre tremila turisti restano intrappolati in diverse zone. Il premier Narendra Modi si è messo in contatto con il governatore del Sikkim Prem Singh Tamang e gli ha assicurato il massimo aiuto da parte del governo centrale.
Le autorità locali spiegano che la tragedia è frutto di una serie di episodi concatenati: gli argini del lago himalayano Lhonak, normalmente ghiacciato, si sono spezzati durante la notte a causa di un nubifragio; l’acqua fuoriuscita si è riversata nel fiume Teesta, nella sottostante valle di Lachen, il cui corso si è ulteriormente ingrossato dopo il rilascio dell’acqua di una diga, deciso dai responsabili, per il livello preoccupante, salito improvvisamente. Il fiume a quel punto è straripato, devastando le infrastrutture circostanti, spazzando via ponti e gran parte delle strade. L’alluvione ha raggiunto anche zone del confinante Bengala Occidentale, dove la governatrice Mamata Banerjee ha fatto ordinato alla Protezione Civile di mettere in sicurezza 10.000 persone, facendole evacuare in 190 campi di emergenza, e ha toccato anche il Darjeeling.