Le nuove norme urbanistiche sulle riqualificazioni edilizie, anche degli hotel sul mare, varate in Sardegna con l’ultimo collegato alla Finanziaria, “sono da impugnare perché in totale contrasto con il Piano paesaggistico regionale e perché non rispettano i principi di pianificazione congiunta tra Stato e Regione”.
Così il Gruppo di intervento giuridico ha chiesto formalmente al governo di Giorgia Meloni di impugnarle davanti alla Corte costituzionale.
L’associazione ecologista segnala in particolare quattro articoli dubbi.
Due sono sull’urbanistica: il primo riguarda la possibilità di ricostruire edifici nelle fasce costiere di massima tutela dei 300 metri dalla battigia “anche senza il mantenimento di sagoma, prospetti, sedime e caratteristiche planivolumetriche e tipologiche dell’edificio preesistente”, sottolinea il Grig citando l’articolo del testo approvato più di un mese fa e non ancora pubblicato sul bollettino ufficiale. Ma soprattutto la norma che dà la possibilità di inserire negli strumenti urbanistici comunali aumenti volumetrici del 25% nelle aree costiere per nuovi hotel 5 stelle e più e del 15% per ogni esercizio ricettivo esistente, anche nella fascia dei 300 metri dalla battigia marina.
Gli altri articoli contestati riguardano gli usi civici e gli impianti di energie rinnovabili, per i quali il Grig intravede “di fatto un esproprio gratuito delle terre a uso civico in favore dei progetti di impianti produttivi di energia”, e quello sul “taglio di circa 1.600 ettari del parco naturale di Gutturu Mannu a Pula su richiesta di una petizione del mondo venatorio locale”.
L’associazione confida ora in un intervento del Governo, forte anche delle quasi 40mila firme raccolte per la petizione lanciata sulla salvaguardia delle coste sarde.