La Sardegna sul piano dell’istruzione, delle dotazioni organiche negli istituti e delle autonomie scolastiche potrebbe fare da sé e scongiurare il taglio di 45 autonomie su 273 previsto dal piano di dimensionamento scolastico nazionale.
Va in questo senso la proposta di legge predisposta dall’Anci Sardegna, in rappresentanza di tutti i 377 e comuni dell’Isola, illustrata questa mattina e in corso di presentazione durante l’audizione nellae seconda commissione del Consiglio regionale.
Un testo di 15 articoli, che prevede una dotazione finanziaria di 10 milioni di euro per ciascuno degli anni 2024, 2025 e 2026 che “superi lo stallo”, ha spiegato il presidente dell’Anci Emiliano Deiana, attraverso il passaggio di competenza alla Regione di ogni decisione riguardante la distribuzione delle risorse di personale tra le istituzioni scolastiche.
Una base normativa esiste già, con la legge 3 del 2009, che prevedeva che “nelle more di una riforma organica della normativa regionale in materia di istruzione, la Giunta regionale, nell’ambito delle dotazioni organiche complessive definite in base alle vigenti disposizioni e tenuto conto delle condizioni di disagio legate a specifiche situazioni locali, definisce le modalità e i criteri per la distribuzione delle risorse di personale tra le istituzioni scolastiche”.
La proposta dell’Anci punta a dare nuovo slancio a quella norma, passata al vaglio della Corte costituzionale che nel 2010 l’ha dichiarata legittima, ma che finora è rimasta inapplicata.
“Vogliamo creare un ponte tra questa norma in vigore e la futura legge organica sull’istruzione che ormai sarà argomento della prossima legislatura e di cui si sente l’impellenza – sottolinea Deiana – l’obiettivo è tracciare una linea netta e non far chiudere nessuna autonomia scolastica”.
“Puntiamo a una legge sarda per una scuola sarda – rincara Alberto Urpi, presidente del consiglio regionale dell’associazione dei comuni -, non possiamo andare avanti con una legge nazionale che non tiene conto delle specificità e difficoltà nel nostro territorio, tra spopolamento e trasporti, a noi serve una legge sarda tarata sui numeri della scuola sarda”.
La norma prevede anche il coinvolgimento diretto dei Comuni, “che devono dialogare, dobbiamo evitare le guerre tra municipi”, chiarisce Urpi.
Le finalità principali della norma sono all’articolo 6 e puntano in particolare a ridurre il fenomeno della dispersione e dell’abbandono scolastico, ad aumentare il numero degli studenti diplomati e laureati e a utilizzare l’innovazione tecnologica per sperimentare nuovi percorsi formativi.