“Io non sono molto sognatrice, sono una persona terrena, pratica e tutto quello che ho vissuto quest’anno – e non è ingratitudine -, non è mai stato un sogno per me, ho le aspettative sempre così basse nella mia mente che non mi permetto neanche di sognare.
E tutto quello che accade mi stupisce”.
La partecipazione ad Amici, la vittoria al Festival di Sanremo con La noia (doppio disco di platino), l’Eurovision Song Contest che le ha aperto le porte dell’Europa: è stato un anno intenso e di soddisfazioni per Angelina Mango, che però, con una maturità che a 23 anni stupisce, tiene i piedi ben piantati in terra e guarda al futuro con uno sguardo disincantato.
“In questo momento non saprei neanche cosa aspettarmi dal futuro. L’unico obiettivo che ho è riuscire ogni volta a scrivere e a esprimermi attraverso la musica. Sento proprio il bisogno che la musica mi salvi, come ha sempre fatto.
L’obiettivo è riuscire a mantenere questa indole bella attiva”, spiega, presentando il suo primo album di inediti, poké melodrama, in uscita il 31 maggio (LaTarma Records, distribuito da ADA/Warner Music), che riassume le diverse anime musicali della giovane cantautrice. Un poké, il piatto giapponese che mette insieme tanti ingredienti diversi, di suoni e ritmi, dall’urban all’elettronica, passando per melodie più pop e spingendosi al rap e al drum and bass.
“Io scrivo sempre e in questi mesi ogni emozione forte che vivevo forte la trasformavo in canzone: così ha preso vita questo poké, pieno di cose tutte diverse ma che alla fine è l’unico modo sincero per descrivere quello che io sono in questo momento, quello che sento di essere e quello che sento di essere diventata”, dice ancora Angelina, raccontando di “essere cambiata tanto e in meglio in questo anno: ho scoperto di avere molta forza interiore e di essere sincera, perché non faccio troppi giri di parole. L’album è il racconto di quello che ho vissuto interiormente”. La sua versatilità emerge anche dalle collaborazioni e dalle voci con cui ha scelto di presentare questo suo primo lavoro: Marco Mengoni, Bresh, Dani Faiv e Villabanks.
“Spero che dall’ascolto del disco arrivi anche la mia fragilità. Voglio che esca fuori il fatto che sono una ragazza di 23 anni, e che vivo le emozioni in questo modo, anche con maturità a volte, ma sono semplicemente una ragazza di 23 anni che vive per la musica, senza maschere addosso”, aggiunge Angelina che per sé e i suoi coetanei rivendica la libertà di esprimersi. “Si parla di amore, di gioia ma anche di traumi e di disagio mentale: credo che il fatto che si parli così tanto anche di cose negative, di fragilità, di problemi sia una conseguenza di questa libertà di espressione. Non ci nascondiamo”.
In un mondo spesso dominato dagli uomini, Angelina è tra le donne in musica che si sono fatte strada. “Sono cresciuta fortunatamente senza la capacità di notare quante donne e quanti uomini fanno qualcosa: sogno un futuro utopico in cui non guarderemo più al genere di una persona”.
Con l’Eurovision Song Contest, dove è arrivata settima, Angelina si è fatta conoscere anche all’estero. “Unire tante culture diverse è stata un’esperienza stimolante: mi ha fatto capire che non ci sono davvero confini nella musica, che arriva ovunque. L’Eurovision è stato una grande fonte di ispirazione: sarei piena di cose da scrivere in questo momento”.
L’ESC la porterà a calcare anche i palchi europei, prima nei festival in estate e poi in autunno con un tour nei club, che seguirà quello in Italia. “Vuol dire che a Malmo ho fatto un buon lavoro e che la musica parla tutte le lingue. Non vedo l’ora di scoprire dove viaggerà ancora la mia musica”. Davanti a tutto ciò non c’è il rischio di avere le vertigini? “Se avessi paura di quello che sta succedendo, avrei una vita terribile da qui in poi. L’unica paura che ho è salire sul palco un giorno o scrivere una canzone e non provare più emozione: se dovesse succedere probabilmente smetterei subito”.