Anna, a Venezia la lotta di una donna per la sua terra

Sono riscaldate dallo stesso sole, respirano la stessa aria fatta di salsedine, elicriso e lentischio.

E quel mare che le accarezza ogni notte le culla e le protegge. C’è una forma di simbiosi tra la Sardegna e Anna, la protagonista che dà anche il titolo al nuovo film del regista palermitano Marco Amenta selezionato fuori concorso alle giornate degli autori della Mostra del cinema di Venezia, in proiezione venerdì 8 settembre.

Prodotta da Eurofilm, Videa Nex Station, Inthefilm, Mact production e Rai Cinema, la pellicola, girata interamente nell’Isola con cast quasi tutto sardo, si concentra sulla vita e la storia di Anna, interpretata dall’attrice di San Sperate Rose Aste, una giovane donna pronta a lottare per se stessa e per la sua terra. “Ispirato a una storia vera accaduta in Sardegna qualche anno fa, Anna è una storia di resistenza contro il potere – spiega il regista -. Il potere spregiudicato di un capitalismo cieco pronto a distruggere tutto si rispecchia nel potere di una società maschilista e prevaricatrice e combattendo l’una la protagonista combatte anche l’altra”. Anna, aggiunge Amenta, “è una donna che non vuole abbassare la testa e combatte per non essere schiacciata, non vuole essere una vittima ma non è nemmeno un’eroina; per me era importante tratteggiare il ritratto di una donna reale, piena di difetti e fragilità lontano da ogni stereotipo”.

Caratteristiche che il regista ha trovato in Rose Aste. “Io dal personaggio di Anna ho imparato tanto – confessa all’ANSA l’attrice di 27 anni -, da lei ho imparato cosa vuol dire davvero avere coraggio, non arrendersi, la capacità di affrontare il dolore con una forza che a me spesso manca e anche la sua indipendenza. Abbiamo tanto in comune con il personaggio. Odiamo entrambe le ingiustizie e le prepotenze. Poi ci unisce un’indole non proprio pacata”. Lei si dice entusiasta di aver recitato in un film in cui anche la Sardegna è protagonista. “Mi riempie di orgoglio avere la possibilità di portare la mia terra a Venezia, di mostrare anche scorci meno noti: abbiamo girato a Muravera, Arborea e Marceddì – ricorda l’attrice – Ma non solo. In questo film c’è una componente importante di dialoghi in sardo, prevalentemente in Campidanese ed è sempre un piacere quando viene data la giusta dignità alla nostra lingua”.

Interpretare Anna alla prima esperienza come protagonista è stata per Rose “un’enorme sfida autoriale. Lei è una donna che si porta dietro un dolore presentissimo, praticamente una ferita aperta e si protegge dietro una corazza di indipendenza, ma è una mina pronta a esplodere. Capitava spesso che a fine riprese fossi esausta sia fisicamente che emotivamente. Sul personaggio ho lavorato tanto e spero abbia dato i suoi frutti”.

Cinque settimane di riprese per raccontare la storia di una donna che resiste al capitalismo e a chi vuole distruggere la sua terra. “Il tema della cementificazione in realtà non coinvolge solo la Sardegna – precisa l’attrice -: ma tutto il territorio italiano. La vicenda di Anna è liberamente ispirata alla storia vera di chi si è opposto alla cementificazione. Una storia simbolica di speculazioni edilizie, privatizzazione strisciante del territorio dalle quali la Sardegna così come altri luoghi sono attanagliate”.

Il cast del film è quasi interamente sardo. “Alcuni attori li ho conosciuti in occasione del film – racconta Rose – tra cui Marco Zucca, che è il mio principale compagno in Anna, poi si sono Daniele Monachella e Daniela Vitellaro”. Una piccola parte è stata recitata anche dal cantante Joe Perrino: “Anche lui l’ho conosciuto in occasione delle riprese”, dice l’attrice che poi gli rivolge un pensiero di pronta guarigione per il brutto incidente in cui è rimasto ferito a Cagliari.

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