Giugno mese delle quattordicesime.
Per circa 10 milioni di italiani è in arrivo entro le prossime due-tre settimane l’attesa mensilità in più, per un totale di circa 14 miliardi di euro.
Un’iniezione di liquidità che, secondo la Confesercenti, potrebbe generare quasi 7 miliardi di euro di consumi. Secondo un sondaggio condotto insieme a Ipsos, circa la metà degli assegni sarà destinata proprio ai consumi: complessivamente 6,8 miliardi che si riverseranno soprattutto sul turismo. Tra gli utilizzi più indicati per la mensilità aggiuntiva c’è infatti la voce vacanze, scelta dal 51% degli italiani intervistati e per la quale si stima verranno utilizzati 3,7 miliardi di euro. Circa 1,8 miliardi saranno invece investiti nello shopping approfittando dei saldi estivi.
Il rinforzo in busta paga sarà però utilizzato anche per le spese che non si possono rimandare. Circa 4,7 miliardi di euro verranno infatti impiegati per saldare conti in sospeso o pagare spese obbligate: per il 21% almeno una parte della quattordicesima sarà utile per pagare debiti, per un totale di circa 1,5 miliardi di euro; per il 15% invece servirà a pagare mutui e finanziamenti (poco più di 1 miliardo di euro) appesantiti dall’aumento dei tassi di interesse. Un altro 15% degli intervistati, infine, investirà parte delle risorse in più per pagare centri estivi o vacanze studio per i figli (1,1 miliardi di euro circa), mentre il 14% sceglierà spese legate alla sanità o alla salute (più di 1 miliardo di euro).
“L’effetto quattordicesima potrebbe dare un’accelerazione importante dopo una primavera fredda per i consumi, ma si conferma la necessità di salvaguardare il potere d’acquisto degli italiani”, afferma Confesercenti, che chiede di agire attraverso la leva fiscale, detassando gli aumenti retributivi previsti dai rinnovi dei contratti nazionali. Ci sono milioni di lavoratori in Italia che attendono il rinnovo del contratto, evidenzia l’associazione, e “un intervento di questo tipo velocizzerebbe la contrattazione e sbloccherebbe risorse per le famiglie” generando una spesa per consumi aggiuntiva di 2,8 miliardi.