“Sapevo veramente poco di Mameli, poi ho studiato ed ho scoperto l’essenza di questa persona.
Ha scritto questo canto per far capire alle persone che non erano da sole.
Goffredo è ricco di sfumature bellissime, ama, crede nell’amicizia, nell’uguaglianza e nella libertà e sfrutta la sua fama per fare l’Italia e gli italiani”. A parlare è il giovane attore Riccardo De Rinaldis Santorelli, che presta il suo volto e l’entusiasmo a Goffredo Mameli, il giovane uomo genovese, il poeta, il patriota, che, con il suo ‘Canto degli italiani’ (che scrisse il 10 settembre 1847 e venne musicato da Michele Novaro il 24 novembre dello stesso anno) e la partecipazione ai moti rivoluzionari d’Italia, è tra i testimoni del Risorgimento. Mameli – Il ragazzo che sognò l’Italia è la miniserie in due puntate targata Pepito Produzioni di Agostino Saccà e Rai Fiction, in arrivo subito dopo Sanremo, su Rai1 lunedì 12 e martedì 13 febbraio in prima serata. Il proposito, spiega Saccà, è quello di “togliere la polvere dal Risorgimento. Una polvere che è la retorica che lo ha fatto diventare noioso anche per i giovani che, invece, ne dovrebbero essere orgogliosi”.
Una vita, quella di Mameli, breve ma intensa (morì non ancora ventiduenne a causa di una ferita a una gamba riportata al fronte) che Rai Fiction e Pepito e gli sceneggiatori hanno deciso di raccontare trattandolo come una sorta di “prima rockstar della storia”: “Abbiamo cercato una chiave popolare che potesse permetterci di entrare in un momento fondante della storia del nostro Paese – sottolinea la direttrice di Rai Fiction Maria Pia Ammirati -: è quella di una ragazzo di 19 anni che scrive l’inno che noi ancora cantiamo e muore a quasi 22 per difendere una patria che ancora non c’era, per il sogno di un’Italia unita che è costata la vita a tanti altri giovani”.
Non solo: “Celebriamo la gioventù ricca di sogni e di passioni, la vita di un ragazzino che si butta in battaglia senza alcuna esperienza, e insieme il tema dell’amicizia e della passione che allora avevano un timbro diverso da oggi”. “Ci siamo affidati – dice ancora Ammirati – a importanti consulenti storici che hanno dato la loro approvazione, poi, come in ogni fiction c’è quale forzatura ma, il film è rigorosamente fedele alla storia, comprese le storie d’amore”. Saccà annuncia anche il progetto di un lavoro su Cavour e sulla sua morte. I registi Luca Lucini e Ago Panini aggiungono: “Ci è sembrato affascinante raccontare quell’età in cui tutto è possibile. È solo grazie alla sua energia, alla sua passione e alla sua voglia di cambiare il mondo che Mameli è riuscito a trasmettere il suo desiderio a tutti gli italiani di quel momento. Grazie a questa miniserie facciamo scendere dai piedistalli i nomi dei busti e delle strade e scopriamo che erano veri”.
Ragazzi come Nino Bixio (Amedeo Gullà), amico fraterno di Mameli; Geronima Ferretti (Barbara Venturato) e Adele Baroffio (Chiara Celotto), entrambe legate a Goffredo da un grande amore. Nella miniserie vediamo anche Mazzini, Garibaldi, Ciceruacchio. “Bixio è un ragazzo che cresce solo, ha una grande forza e grandi ideali ma diventa completo solo incontrando Goffredo, ciascuno assorbe qualcosa dall’altro” afferma Gullà. A chi fa notare come Mameli vada in onda subito dopo La Lunga Notte, la fiction con Alessio Boni dedicata alla caduta del Duce, Ammirati risponde di “non poter condividere l’idea di una teoria politica della programmazione. La miniserie arriva dopo Sanremo perchè è uno dei momenti in cui il senso di unità nazionale è più presente. L’anno scorso il Festival è stato aperto dall’Inno”.
Aggiunge Saccà: “Non capisco perché Mameli debba avere questo pregiudizio, è di tutti. Inoltre la sua è stata la prima tessera del Partito d’azione, fondato da Mazzini a Roma”.