Nel grigio panorama espositivo dell’area di Napoli città metropolitana , da inizio millennio emerge con forza la programmazione artistica di Gino Ramaglia, storico esercizio imprenditoriale di prodotti d’Alta Formazione Artistica che, promuove libere ricerche artistiche d’arte contemporanea, un portale d’interazione storico generazionale tra ricerche e generi, svincolato da logiche d’investimento di mercato e di strategie d’arte e artisti, finalizzate a rappresentare bolle economico speculative.
La programmazione di Marzo, vede in vetrina, una pittrice d’Alta Formazione Artistica d’ultima generazione, Angela Tammaro, dal segno fresco, vivace, guizzante ed espressivamente instantgrammatico che, ha realizzato in vetrina tra le sue opere un lavoro pittorico, abbattendo un mai determinato (vacuo ed effimero) confine tra arte e performance: è vero o non vero che per realizzare un opera pittorica che leggiamo prodotto, ciò che poniamo in essere è una lunga e metodica operazione performatica fatta di gesti e segni sequenziali?
Che facciamo, defenestriamo una serie di nozionistiche nozioni storiche dell’arte, che allontano arte, artisti e pubblico, dalla comprensione dell’alchimia e dell’esoterismo, dei rituali del fare (e condividere) arte contemporanea? Intanto a Cagliari la Todde ha battuto Truzzu, caduto sotto il fuoco “amico” del Partito Sardo d’Azione, questo rende forse più lontano il giorno, in cui una giovane artista sarda, potrà farci riflettere, come Angela Tammaro in vetrina, su quanto i confini linguistici dell’arte siano una sovrastruttura provinciale per analfabeti dell’arte.
Perché dico questo? Non so: vi pare che la Todde abbia ragionato a ora di pubblica Alta Formazione Artistica assente a Cagliari?
di Mimmo Di Caterino