Gino Ramaglia è uno storico esercizio commerciale per Belle Arti, dove tutti gli artisti Napoletani, o passanti per Napoli sono passati almeno una volta nella vita, io da quando sono tornato a Napoli passo una volta al giorno e trovo sempre ciò che mi serve, in relazione al momento della mia ricerca.
Situato di fianco all’Accademia di Belle Arti di Napoli, è meta quotidiana di quasi cinquemila studenti, che nel nome del loro percorso d’Alta Formazione Artistica, lo vivono quotidianamente con rispetto sacrale, dal momento che gli strumenti e utensili per Belle Arti, sono una chiave d’accesso alla coscienza del Sé e all’autoconsapevolezza.
Ormai da più di un decennio, Gino Ramaglia (padre d’Enzo e Marco Ramaglia, i figli, che hanno ricevuto l’attività e posto in essere il sogno del padre, quello di dedicare la vetrina agli artisti contemporanei Napoletani), ospita in vetrina il meglio dell’arte contemporanea Napoletana e degli artisti che attraversano la vita culturale della metropoli, ci sono passato anche io, ben due volte, una con in vetrina a demolire il mio portfolio artistico il compianto Gennaro Cilento e Antonio Milanese, e poi con il mio matrimonio bissato a Napoli che oggi si è tradotto in un divorzio, che in un modo o nell’altro mi ha riportato dove sono partito.
Le vetrine di Gino Ramaglia, sono uno spaccato sul futuro dell’arte non solo Napoletana, ragion per cui non potevo perdermi la performance d’Ivan Specchio, interessantissimo giovane artista, che con la sua performance “Basico”, ha indagato il rapporto con l’altro e le infinite direzioni di una relazione.
Invitando ogni partecipante (compresi vecchi matusa di mezzo secolo e più d’età, come me, Massimo Campagna, Alfonso Caccavale e Claudia Del Giudice) a disegnare i tratti all’interno del mosaico di spazi e percorsi mappati da lui, conferendo alla dinamica del fare arte una rappresentazione condivisa e interattiva.
La performance è stata ritmica ed estremamente elegante, armonica nella partitura d’insieme e nell’interazione degli astanti che si passavano i pennarelli per operare sulla vetrina.
Quanto sarebbe bello se a Cagliari, anche Incas Pisano operasse in questa modalità, ponendosi come nodo e crocevia d’artisti e di culture che ne attraversano nello spazio e nel tempo la storia e la memoria, ma cosa dico mai?
Gino Ramaglia è situato di fianco all’Accademia di Belle Arti di Napoli, di borbonica memoria, a Cagliari nel 2024, la pubblica Alta Formazione Artistica, non è ancora mai nata.
di Mimmo Di Caterino