Sui 37,8 milioni di euro destinati al bando Solare per l’incremento occupazionale della filiera turistica, la Cgil evidenzia “la necessità di una svolta e di un piglio diversi rispetto al passato, sia nel merito dei provvedimenti che nelle relazioni con le forze di rappresentanza verso cui quegli stessi provvedimenti sono rivolti”.
“Nel caso specifico, non può sfuggire che non c’è un problema di domanda di lavoro nel turismo e questo dato oggettivo mal si concilia con l’obiettivo individuato dall’assessorato – osserva il sindacato – Se si considerano le previsioni di assunzione da parte delle imprese (secondo i dati Excelsior-Unioncamere-Anpal analizzati dal Centro studi della Cgil regionale) emerge che non solo il settore Servizi di alloggio e ristorazione; servizi turistici nel 2023 ha confermato il peso maggioritario nella domanda di lavoro, oltretutto in crescita rispetto al 2022 (il 36,4% a fronte del 33,6 dell’anno precedente), ma è cresciuto anche in termini assoluti: da 48 mila 200 a 55 mila 660 assunzioni previste.
Cresce la domanda ma cresce anche la difficoltà di reperimento di personale che passa, in un anno, dal 34.2% al 41,3% e, per oltre il 25% dei casi, per assenza di candidati”.
“Piuttosto – segnala la categoria del settore, la Filcams – ci sarebbe da aprire una riflessione, partendo da un confronto con le organizzazioni sindacali, sulle condizioni di lavoro caratterizzate da turni estenuanti, flessibilità estrema, irregolarità, salari bassi, lavoro nero e grigio, una condizione certificata anche dai rapporti dell’Ispettorato nazionale del lavoro secondo cui il 76% delle irregolarità riscontrate riguardano le attività di alloggio e ristorazione.
Ora, a meno non si voglia intendere che le risorse regionali debbano essere spese per disincentivare le imprese a compiere irregolarità, premiandole con incentivi – osserva la Filcams – non si capisce il senso di quel provvedimento. Sulla filiera turistica ci sarebbero da fare interventi e ragionamenti più complessi, sicuramente interassessoriali, sui quali occorre il coinvolgimento di tutti gli attori in campo, rispetto a singoli provvedimenti che rischiano di replicare ciò che si è già sperimentato e che non funziona”.