Attentato a Nassiriya, non vorrei più vedere soldati italiani uccisi per interessi americani

Ricorre oggi l’anniversario dell’attentato a Nassiriya.

Il tragico attentato contro i militari italiani, avvenne nell’Iraq sotto occupazione occidentale, si perché il 20 marzo 2003 gli Usa, con la colossale balla della presenza di armi di distruzione di massa, decise di distruggere una nazione libera e indipendente.

Era l’Iraq di Saddam Hussein, dove alla Vice Presidenza c’era il cristiano Tāreq ʿAzīz. Al Governo c’era tre donne su sei componenti dell’esecutivo. Si lo chiamo Governo, perché in Iraq esistevano le elezioni e c’era decine di partiti in maggioranza e all’opposizione.

Le donne guidavano l’auto, vivevano senza velo e nessuno le costringeva a fare quello che non volevano, non come invece succede in Qatar o Arabia Saudita.

Dal 20 marzo 2023, con l’occupazione dell’Iraq, le popolazioni locali decisero di ribellarsi ad una guerra imperialista e all’interno di questi fatti, avvenne l’attentato a Nassiriya.

Ricordiamo che l’Italia partecipò a questo conflitto attraverso la missione “Antica Babilonia” fornendo unità militari dislocate nel sud del Paese, con base principale proprio a Nassiriya o Nāṣiriya, capoluogo della regione irachena di Dhi Qar sede di importanti giacimenti petroliferi.

L’operazione Antica Babilonia, talvolta nota anche come Missione Antica Babilonia, o Missione in Iraq, è il nome in codice dell’operazione italiana denominata di “mantenimento della pace” durante la guerra in Iraq. Avete letto bene? Mantenimento della pace, oppure detto in altre parole, mantenimento dell’occupazione Usa.

L’obiettivo principale dell’invasione era la deposizione di Saddam Hussein, già da tempo visto con ostilità dagli Stati Uniti per vari motivi: timori (rivelatisi poi infondati) su un suo ipotetico tentativo di dotarsi di armi di distruzione di massa, il suo presunto appoggio al terrorismo islamista, (altra balla colossale).

Ancora oggi, a distanza di 20 anni, si ha la paura di usare le parole giuste sui fatti avvenuti in Iraq, perchè esiste un solo e unico modello imperante, quello per cui siamo andati in Iraq a esportare la “democrazia” perché come disse Berlusconi nel 2001 “la nostra civiltà è superiore …” e i giovani soldati caduti sono martiri per i valori che hanno difeso.

Insomma, quella fu una guerra imperialista e l’Italia fu parte di questa vergognosa occupazione militare e oggi dovremo gridare sempre più forte, mai più soldati italiani uccisi per interessi degli Usa.

 

Di Simone Spiga

Direttore di ReportSardegna24

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