Sono stati 26 gli episodi di intimidazioni perpetrati nei confronti dei giornalisti nel primo trimestre del 2024 (in calo del 7,1 per cento rispetto allo stesso periodo del 2023, quando i casi registrati erano stati 28), 14 dei quali riferibili a contesti politico/sociali e 12 ad altri contesti.
È quanto riporta l’ultimo rapporto del Centro di coordinamento delle attività di monitoraggio, analisi e scambio permanente di informazioni sul fenomeno degli atti intimidatori nei confronti dei giornalisti del Viminale, secondo il quale – fra l’altro – nel periodo in esame «nessun episodio sembra riconducibile a contesti di criminalità organizzata».
Quanto al modus operandi, specifica il report realizzato dal Servizio Analisi Criminale della Direzione centrale della Polizia Criminale, le intimidazioni via web risultano 8, al pari dei danneggiamenti. Seguono le scritte ingiuriose/minacciose (4 episodi) e le minacce verbali (4 episodi) e le minacce fisiche (2).
Le regioni che hanno fatto registrare il maggior numero di eventi sono Lombardia, Lazio, Sicilia e Liguria: in queste 4 regioni si sono verificati complessivamente 19 episodi. La provincia in cui è stato rilevato il maggior numero di episodi è Roma, con 5 casi. A seguire Brescia e Trapani, con 2 episodi ciascuna.
I dati erano stati anticipati dell’Organismo permanente di supporto all’Osservatorio sulle minacce ai cronisti presieduta dal vice direttore generale della Pubblica Sicurezza – direttore centrale della Polizia Criminale, prefetto Raffaele Grassi, alla presenza dei rappresentanti di Fnsi e Ordine dei giornalisti, Polizia di Stato, Arma dei Carabinieri e Guardia di Finanza.