La Sardegna si unisce a Campania, Emilia Romagna e Toscana e approva, con i voti della maggioranza del campo largo, la richiesta di referendum abrogativo per la legge nazionale 86 sull’autonomia differenziata, voluta dalla Lega.
Rimane in attesa di definire la sua posizione la Puglia, dopo che la commissione regionale sulle Riforme ha dato oggi parere contrario alla richiesta di referendum: le delibere andranno comunque in aula.
In ogni caso, il Consiglio regionale della Sardegna questa sera ha dato il via libera alle due mozioni presentate dal capogruppo del Pd Roberto Deriu: una contiene il quesito che intende abolire interamente la norma, l’altra per la modifica parziale.
Eletti anche i due delegati, figure previste dall’articolo 75 della Costituzione, che presenteranno, insieme a quelli delle altre quattro regioni, i quesiti alla Corte costituzionale.
L’appello accorato e deciso al voto favorevole alle due mozioni, l’ha rivolto in conclusione del dibattito e prima del voto la stessa presidente della Regione Alessandra Todde, che ha puntato in particolare sull’aspetto delle risorse. “Il bilancio dello Stato non è un bilancio differenziato, ha le stesse risorse per tutti e se consentiamo alle regioni con maggior gettito, oggi, di prendersi, come è successo al Veneto, il 90% delle risorse, noi consentiamo alle stesse regioni di andare sempre più avanti delle altre”.
“La nostra legge istitutiva della Regione è di rango costituzionale e noi stiamo permettendo a una legge ordinaria di andare a toccare una carta costituzionale”, ha precisato Todde.
La governatrice ha ribadito che il referendum serve “a evitare che ci sia una secessione dei ricchi, evitare che le risorse vadano a chi ne ha già – ha sottolineato -. Si tratta di una battaglia di uguaglianza, di orgoglio, perché, lo dico tirando su la testa più che posso, questa è una battaglia per i sardi”.