Nel pomeriggio di sabato 16 marzo, due attiviste del movimento antispecista ed ecologico Ribellione Animale hanno coperto lo striscione della 133esima edizione di “Lombardia Carni”, noto festival zootecnico che ogni anno si tiene a Rovato, con un loro striscione che riportava la scritta “allevamenti= crisi climatica, futuro vegetale”, distogliendo l’attenzione dalla fiera al loro messaggio, visibile dalle auto che passavano nella rotatoria.
In seguito, un’attivista si è recata in fiera con addosso un cartello esponendo dati riguardanti il rapporto fra zootecnia, allevamenti e collasso climatico.
L’azione dimostrativa si colloca nella campagna “Futuro Vegetale” che il movimento si impegna a portare avanti, parallelamente a una campagna appena lanciata per l’abolizione dei circhi con animali, per chiedere ai governi di cambiare il sistema alimentare in uno a base vegetale, come misura immediata per contrastare il cambiamento climatico.
Le attiviste, che volevano portare attenzione sulla mole sistemica del problema e non puntare il dito contro i singoli allevatori, hanno così dichiarato:
“80 miliardi di animali terrestri vengono uccisi ogni anno per l’alimentazione umana, mentre noi siamo 8 miliardi e continuiamo a dover affrontare il problema della fame nei paesi più poveri e in crisi”.
La campagna Futuro Vegetale, nella sua narrativa, si propone l’obiettivo di denunciare l’enorme complicità dell’intera industria zootecnica nel collasso climatico, anche irrompendo in manifestazioni come queste tramite azioni dirette nonviolente.