“Nei primi mesi del 2024 registriamo 119 morti certificati sui luoghi di lavoro, non numeri ma persone, operai assassinati dal fuoco o sui binari di Brandizzo, sulle navi nei porti di Cagliari e Napoli, nel cantiere di Firenze, o in una centrale elettrica a Suviana.
Lavoratori che muoiono di fatica nei campi o nella logistica, sulle biciclette dei riders o ammalati di amianto.
Non si può più parlare di fatalità, soprattutto quando emerge che dalle rilevazioni dell’ispettorato del lavoro, su 10 aziende ispezionate 8 non sono in regola con le norme legislative e contrattuali”. Ad affermarlo la segretaria generale della Fit Cisl, Claudia Camedda, aprendo i lavori della manifestazione ” Fermiamo la scia di sangue: sicure sul lavoro, un impegno comune”, svoltasi a Olbia.
L’appuntamento olbiese, realizzato con il patrocinio del Comune e in concomitanza con la mobilitazione nazionale promossa dalla Cisl, ha visto la partecipazione del coordinatore nazionale della Fit, Vincenzo Pagnotta, del direttore dell’Inail di Olbia, Vittorio Soro, del direttore dello Spresal del Nord Sardegna, Pietro Masia e dei delegati e rappresentanti delle Ust.
Per la segretaria della Fit sarda è importante avere forme di partecipazione attiva, che può essere consultiva, ma anche decisionale. La Cisl sta portando avanti una proposta proposta di legge di iniziativa popolare, attualmente in discussione alla Camera dei Deputati, con al centro il tema della sicurezza sul lavoro.