Arriva alle commissioni Bilancio e Finanze del Senato l’emendamento del Governo che, come anticipato nei giorni scorsi dal Sole 24 Ore, cambia il calendario del Bonus Befana trasformandolo in Bonus Natale dal momento che l’erogazione avverrà nelle buste paga di quest’anno anziché del prossimo come previsto originariamente.
L’una tantum, riservata ai lavoratori dipendenti con redditi fino a 28mila euro lordi all’anno, coniugati e con almeno un figlio, arriverà insieme alla tredicesima. A patto, come previsto anche dalla versione originaria, che gli interessati ne facciano espressa richiesta al datore di lavoro.
La richiesta deve attestare per iscritto di averne diritto, indicando il codice fiscale della moglie e dei figli. Fuori dal raggio d’azione del bonus, anche nella versione rivista dal correttivo governativo depositato a Palazzo Madama al decreto legge omnibus.
I 100 euro, lo aveva annunciato il viceministro dell’Economia Maurizio Leo al Telefisco speciale di giovedì scorso, saranno netti; perché, a differenza dell’ipotesi originale contenuta nel decreto legislativo Irpef-Ires ancora atteso alla bollinatura, l’aiuto «non concorre alla formazione del reddito complessivo del lavoratore dipendente».
Come nell’impianto originario, la somma sarà rapportata al periodo di lavoro effettivo del diretto interessato nel corso dell’anno.
Chi, per esempio, è stato assunto da maggio, e ha quindi lavorato per otto mesi su 12, riceverà di conseguenza solo 66,6 euro. I sostituti d’imposta dovranno verificare nei conguagli l’effettivo diritto all’aiuto e, nel caso non sia dovuto, saranno chiamati al recupero, spiega in un post inviato agli iscritti del sindacato.