Botti di Capodanno: riflessioni su una pericolosa ‘tradizione’ per noi e per i nostri animali

Negli ultimi anni si sono registrati migliaia di feriti per l’utilizzo di botti illegali e anche armi da fuoco, con 64 minorenni  nel 2024 che hanno riportato lesioni, in confronto ai 50 dello scorso anno.

Anche l’ambiente non è esente dai danni. I fuochi d’artificio emettono nell’aria sostanze che contribuiscono all’inquinamento atmosferico da polveri sottili e al cambiamento climatico. Inoltre, i residui dei botti, come le cartucce e i petardi non esplosi, inquinano il suolo e l’acqua.

E al primo posto, ovviamente, gli animali. Terrore, reazioni letali, tentativi di fuga con conseguenti investimenti, da sempre sensibilizziamo e informiamo su come meglio prepararsi all’assurdo ‘spettacolo’ di ogni fine anno. Sia negli animali familiari che nei selvatici, le forti deflagrazioni e le luci improvvise e intermittenti innescano comportamenti tipici della loro specie per la sopravvivenza, con conseguenze anche catastrofiche. Le morti si stimano molto numerose, ma non sono censite.

Crescono gli eventi festivi in cui ai classici spettacoli pirotecnici si affiancano i droni, in particolare all’estero. Alternativa più sicura per salute e animali e di meravigliosa bellezza, speriamo che i droni riescano a prendere il sopravvento!

Al momento, nonostante i divieti spesso dell’ultim’ora e la sensibilizzazione sui nefasti esiti di festeggiamenti ‘selvaggi’, i comportamenti che ignorano ogni norma di buon senso non si fermano. Anzi!  Per arginarne l’espansione è necessario mettere in atto un’adeguata sinergia tra cambiamento culturale e adeguamento legislativo.

In termini culturali, non è mai troppa l’informazione sui tragici effetti di qualche minuto di egoistico ‘divertimento’.

I botti sono in realtà un’esibizionistica competizione di muscoli pirotecnici, nella quale non si esita – in alcuni ambienti – ad usare come ‘botto’ lo sparo d’arma da fuoco, in una patetica, quanto pericolosa e a volte mortale, ennesima dimostrazione di mascolinità tossica, contro la quale è urgente fare quadrato.

In un momento storico in cui i conflitti si moltiplicano, tollerare la presenza di pistole nei festeggiamenti è una follia, e lo stesso rumore dei botti e dei fuochi d’artificio evoca altri suoni che non vogliamo sentire più.

La scuola è chiamata in prima persona contribuire a porre le basi su cui i giovanissimi possano costruire comportamenti empatici, in cui le rischiose esibizioni di forza siano contrastate. Episodi di maltrattamento di esseri viventi, come quello accaduto qualche giorno fa a Lecce, dove un cane libero, accudito dal quartiere, è stato ferito di proposito dai petardi lanciati da un gruppo di ragazzini, devono diventare off-limits.

La buona volontà degli educatori, delle famiglie e degli altri ambienti sociali può condurre a risultati concreti solo se affiancata da un efficace e rapido adeguamento da parte delle Istituzioni.

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