Cagliari, flash mob per la Palestina

“Come ormai tutti sappiamo da oltre 30 giorni è in atto una feroce rappresaglia del governo israeliano contro i civili palestinesi inermi, bombardati indiscriminatamente per vendetta dall’ esercito sionista. Israele ha commesso crimini di guerra e contro l’umanità, bombardando case, ospedali, scuole, ambulanze, campi profughi, uccidendo oltre 10.000 civili palestinesi, di cui più di 4.000 bambini sotto i 12 anni”, affermano i promotoridel faklsh mob che si è svolto oggi 26 novembre a Cagliari.

” La maggior parte degli ospedali hanno chiuso dopo avere lavorato per settimane in condizioni disperate e i pochi ancora aperti stanno per arrivare al collasso. Ci sono moltissimi corpi insepolti che possono favorire l’esplosione di un’epidemia, insieme alla grave mancanza di cibo”… “L’obbiettivo di Israele sembra quello di attuare una “soluzione finale” a Gaza, costringendo 2,5 milioni di palestinesi ad andarsene, come furono già costretti a fuggire da quello che oggi si chiama Israele nel 1948 dal terrorismo ebraico”, scrivono ancora nella nota.

“Davanti a questo orrore crediamo sia necessario che anche il mondo della cultura ci metta la faccia e metta in atto anche in collaborazione con il Comitato di Solidarietà con la Palestina Sardegna, un’azione per chiedere: – la fine immediata del massacro in atto a Gaza -la fine dell’assedio imposto a Gaza e l’immediata apertura agli aiuti umanitari, con la fornitura di materiali di prima necessità (acqua potabile, carburante, medicinali e materiale sanitario, ecc..) -la protezione degli sfollati che hanno perso le proprie case distrutte, garantendo loro l’assistenza di cui hanno bisogno. – il ritiro immediato delle forze israeliane dai territori palestinesi occupati -il riconoscimento del diritto all’autodeterminazione del popolo palestinese -il diritto al ritorno dei profughi palestinesi nelle loro case. Chiediamo inoltre al governo italiano di condannare il massacro e la cessazione della fornitura delle armi all’occupazione militare israeliana. Crediamo sia importante che un settore vasto ed importante come quello della cultura, prenda posizione pubblicamente per “urlare” il nostro dissenso a questo massacro”, conclude la nota.

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