L’allenatore Claudio Ranieri punta decisamente sul gruppo dei calciatori sardi presenti in rosa.
I “4 mori” sono Deiola, Mancosu, Ciocci ed Aresti.
Gli ultimi due, entrambi portieri di riserva, non hanno praticamente visto il campo in questa stagione.
Giuseppe Ciocci, classe 2002, cagliaritano, è stato fermo ai box per la maggior parte del torneo per via di un grave infortunio al ginocchio.
Un vero peccato per il giovane estremo difensore reduce da un’ottima stagione in prestito giocata ad Olbia in Lega Pro dopo i precedenti campionati in Primavera 1 dove aveva difeso la porta del Cagliari in 43 occasioni entrando nel giro delle nazionali giovanili azzurre.
Ad un certo punto pareva poter insidiare la titolarità di Radunovic, apparso all’inizio della stagione un pò insicuro ed incerto ma è arrivato lo stop per infortunio. Ora è pienamente recuperato ed ha ripreso il suo posto in panchina pronto per qualsiasi “chiamata”.
Insieme a lui Simone Aresti, 37 anni, terzo portiere, sulcitano nativo di Carbonia, giocatore punto di riferimento dello spogliatoio rossoblù che ha meritato nel tempo la fiducia e la riconferma anche grazie al suo grande carisma ed alle ottime capacità di “fare gruppo”.
Certamente più centrali le figure degli altri due condottieri sardi, Alessandro Deiola e Marco Mancosu.
Deiola, 28 anni ad agosto, centrocampista, rientrato dopo il lungo infortunio alla caviglia si è pian piano ripreso il suo posto in squadra.
E’ molto considerato da mister Ranieri, come del resto da tutti gli allenatori che lo hanno avuto in quota.
Duttile, ottimo incontrista, bravo negli inserimenti, protagonista anche in zona gol. Mezz’ala da una vita, è stato reinventato persino regista ed ultimamente da Ranieri difensore centrale.
Una bella intuizione del trainer di Testaccio, Deiola leggermente staccato rispetto agli altri due difensori nella difesa a 3 ha giocato con ottimi risultati garantendo non solo l’impostazione dal basso ma tanti anticipi sugli attaccanti avversari in una rivisitazione del ruolo che ha ricordato il vecchio “libero” di un tempo.
Fisico da corazziere, sempre pronto ad assumersi le sue responsabilità, ci ha messo sempre la faccia, umilmente, soffrendo in silenzio, senza mai una polemica, una frase fuori posto.
E’ uno dei “capitani” destinato sicuramente a proseguire e magari terminare la carriera tra le fila rossoblù.
Proviene da San Gavino Monreale, cittadina anche del grande Renato Copparoni, indimenticato portiere classe 1952, altro ex rossoblù a metà degli anni ’70, con un passato tra le altre nel Torino e nel Verona, primo portiere italiano a parare un calcio di rigore a Diego Armando Maradona.
Vuole essere protagonista in questo finale di stagione nei play off anche Marco Mancosu, giocatore indispensabile nello scacchiere rossoblù. Esordì nel Cagliari ad appena 18 anni nell’ultima giornata del campionato 2006-2007 in Ascoli-Cagliari (2-1), partita nella quale segnò un gol di testa su calcio d’angolo.
Dotato di caratteristiche uniche garantisce quel raccordo tra centrocampo ed attacco ma non si limita al classico ruolo di “trequartista”.
La sua grande generosità lo porta ad essere il primo difensore svestendo i panni dell’attaccante in un infaticabile compito di prima rottura del gioco avversario.
Ma è dalla trequarti in avanti che sa essere decisivo, non solo come abile suggeritore per le punte ma anche come goleador.
Molti i suoi gol, alcuni di pregevole fattura, 5 in questo torneo, si ricordano anche i tanti messi a segno a Lecce, ben 48, dove era capitano e leader indiscusso ma stagioni da ricordare anche in quel di Benevento e Ferrara con la Spal.
Le sue doti di assist man sono mancate per tante partite in questo campionato per via dei numerosi infortuni specie muscolari ma per il 35enne cagliaritano, prodotto come Deiola, Aresti e Ciocci del vivaio rossoblù, sacrifici e sofferenza potrebbero essere ripagati da un grande play off.