Sanità sarda come una specie di Robin Hood al contrario: “si taglia il pubblico e si dà al privato”.
È il primo messaggio lanciato con il megafono nella manifestazione partita da piazza dei Centomila e approdata al porto di Cagliari dopo un corteo in città con bandiere e striscioni.
In coda al serpentone le ambulanze che hanno fatto un po’ da colonna sonora con le loro sirene. Una marea di magliette gialle, questo il colore della protesta contro quello che viene definito come lo smantellamento della sanità pubblica. Circa duemila i partecipanti. In prima fila soprattutto le zone dell’Isola senza presidi ospedalieri con i loro sindaci.
“Il tema della sanità – chiarisce Gianfranca Salvai, del comitato Sos sanità Mandrolisai – è ridiventato di attualità solo perchè si deve collocare un ospedale. Questa è una manifestazione dei comitati, i politici ascoltino e prendano appunti”. Proprio a causa della presenza dei politici alcune organizzazioni hanno deciso di dare forfait. E’ il caso del comitato Giù le mani dall’Ogliastra, tra i primi in Sardegna a protestare per la crisi della sanità pubblica.
Paura per lo smantellamento di reparti e Pronto soccorso in ogni parte dell’Isola. Ma, inevitabilmente, è saltata fuori anche la questione Cagliari con l’intreccio stadio-sanità . “Non chiudete gli ospedali. L’Arnas Brotzu non si tocca”, si legge in un cartello mostrato dal responsabile sanità dei comitati Gianfranco Angioni. L’ultimo problema riguarda proprio la delibera della Giunta Solinas sulla costruzione di nuovi ospedali, uno a Cagliari in sostituzione del Brotzu e dell’Oncologico.
“Hanno deciso di bloccare e sospendere i lavori di ristrutturazione negli ospedali pubblici della città di Cagliari. Questo è un atto estremamente grave, estremamente sbagliato, che noi contestiamo”, chiartisce uno dei portavoce dei comitati Francesco Carta. Sulcis presente in massa alla manifestazione. In corteo anche i medici con tanto di camice e stetoscopio. Presenti con gli striscioni gli esponenti del M5s mentre in corteo hanno sfilato diversi rappresentanti dei partiti di opposizione in Consiglio regionale.