“Dobbiamo continuare così, non dobbiamo fermarci”.
È il messaggio di Claudio Ranieri all’antivigilia della gara di domenica alle 15 con il Genoa alla Domus (si va verso sold out), altra tappa fondamentale nel percorso che ha come traguardo la salvezza.
Il mister però chiede qualcosa di più ai suoi ragazzi: “A me vincere 4-3 può anche stare bene, ma ora dobbiamo puntare a evitare di prendere tanti gol. Sarò italiano, italianista o antico, ma una squadra che si deve salvare non può prendere tutti questi gol”.
Ora c’è il Genoa. “Vogliamo un altro risultato positivo, ma dovremo impegnarci molto perché – ha chiarito il tecnico – avremo di fronte una grande squadra che già l’anno scorso con l’arrivo di Gilardino si è trasformata”. Nessun respiro di sollievo per l’assenza di Retegui: “Un bel giocatore con una velocità di esecuzione incredibile, ma non dimentichiamo che il Genoa è una bella squadra nel complesso, con un ottimo centrocampo. E che degli ultimi cinque gol quattro li ha fatti Gudmundsson, un altro bel giocatore. Dovremo stare molto attenti”.
Cagliari che ha cambiato marcia con Frosinone e Udinese. “E ora – ha avvertito il mister – aspettiamo la controprova nella gara di domenica”. Una squadra, quella di Ranieri, che vince all’ultimo respiro: “E’ quello che chiedo anche nelle partitelle che giochiamo qui tra di noi – ha spiegato – Si può anche perdere, ma dare tutto fino alla fine. L’arma della disperazione? Sì, molto spesso i ragazzi sembrano dare il meglio quando hanno poco da perdere. È un fattore psicologico: evidentemente si scrollano di dosso qualche paura e riescono a dare di più. Dobbiamo però acquisire una sempre maggiore personalità per la serie A”.
Rosa ampia e che risponde: sempre più difficile scegliere la formazione. “I giocatori li preferisco arrabbiati – ha dichiarato – se non gliene fregasse nulla del fatto che giocano di meno sarebbe una sconfitta. Per me tutti sono importanti o possono esserlo: non importa se giocano quaranta partite o una sola. Magari quella sola può essere la più importante”.