L’allenatore romano tra le sue tante qualità ha saputo con umiltà e grande spirito di adattamento rapportarsi alle esigenze del momento.
Di sicuro per i play off potrà contare sulla profondità di una rosa finalmente coinvolta per l’obiettivo finale. Cercare motivazione nei giocatori che giocano meno, poco utilizzati, sarà certamente un valore aggiunto per la grande avventura post season che la squadra si appresta ad affrontare.
A Perugia si sono rivisti i centrali Altare e Goldaniga che per stessa ammissione del mister di Testaccio risultavano poco utilizzati complici le ottime prestazioni del duo titolare Dossena-Obert. Ma anche Prelec e finalmente Kourfalidis autore anche del quarto gol e di un’ottima prestazione, subentrato all’infortunato Nandez. Ranieri attende risposte, segnali anche da Luvumbo, Falco e Barreca che seppur utilizzati col contagocce devono farsi trovare pronti ed all’altezza della situazione quando chiamati in causa. Si rivede persino Viola dopo 5 mesi di assenza.
Una rosa ampia composta da ben 27 giocatori titolari senza contare i giovani provenienti dalla Primavera tornati utili a metà stagione complici infortuni e squalifiche. Forse sacrificati avrebbero probabilmente giocato più di una gara se l’andamento del campionato lo avesse consentito. Del Pupo, Griger, Palomba, avrebbero probabilmente avrebbero meritato più chance e considerazione ma la concorrenza dei grandi li ha indubbiamente frenati.
Ranieri scava all’interno della sua rosa e scopre un Deiola centrale difensivo nella difesa a tre migliorando l’impostazione partendo dal basso e crescendo in statura al centro della difesa. In precedenza valuta Dossena e lo impone con Obert come coppia inedita di centrali titolari. Lella diventa l’equilibratore di un centrocampo nella prima parte di stagione in balia degli avversari, Prelec nonostante non sia andato mai a segno lotta a ed accompagna nel miglior modo possibile Lapadula nel suo ruolo impareggiabile di stoccatore finale.
Un Cagliari camaleontico, disposto con umiltà e rispetto anche ad adattarsi alle caratteristiche dell’avversario. Un team disposto a sacrificarsi dove giocare per questa maglia deve essere un valore, una missione.
Ranieri è consapevole di aver finalmente centrato il suo grande obiettivo, coinvolgere tutti nel progetto, ciascun attore sa di essere importante anche se solo per qualche minuto.
Uno spirito che solo Sir Claudio poteva riuscire a creare.