È una vera e propria voragine demografica quella che si sta creando in Sardegna per effetto della denatalità.
Lo conferma il rapporto Mete 2024 delle Acli, presentato oggi a Cagliari.
I sardi diminuiscono e continuano a invecchiare: la variazione percentuale della popolazione tra il 2023 e il 2024 pone la Sardegna al penultimo posto in tutta Italia, con un -0,5%.
In otto anni la popolazione sarda ha perso 88.306 persone: attualmente gli abitanti sono 1.569.832, nel 2050 saranno 1.239.379, il 21% in meno.
Solo nell’ultimo anno si sono persi 8.314 abitanti, l’equivalente di un comune della dimensione di Dorgali. Il dato non è però abbastanza compensato dall’immigrazione. La dinamica delle comunità straniere in Sardegna al 2023 mostra la Romania come la principale nazione di origine degli stranieri in Sardegna: sono 11.313. Segue il Senegal con 4.289 cittadini presenti in Sardegna, a seguire Marocco, Cina, Ucraina e le Filippine. Ma è il dato di incremento rispetto al 2022 che mette l’Ucraina al primo posto con il 16% in più in un anno di cittadini arrivati in Sardegna, mentre il Marocco perde il 3% della popolazione residente in Sardegna, cresce a sorpresa anche la Germania con il 5% in più rispetto allo scorso anno. Crescono anche gli emigrati: al 31 dicembre 2022 gli iscritti all’Aire provenienti dalla Sardegna, erano 128.350 su un totale di italiani emigrati pari a 5.933.418.
A preoccupare è il dato della popolazione tra gli zero e i 14 anni: la Sardegna è all’ultimo posto nazionale con il 10%, rispetto a una media italiana del 16,7.
Continua a crescere la dispersione scolastica che in Sardegna si attesta sul 17,3% contro una media italiana del 10%. In Sardegna le persone con almeno il diploma, tra i 25 e 64 anni, sono il 54,6% contro il 65,5 della media italiana, oltre il 10% in meno.