Un’immersione nella natura senza barriere.
Per scoprire una nuova dimensione, un modo diverso di ammirare i paesaggi non solo con gli occhi ma con tutti i sensi.
Ha preso il via un percorso nel Sarrabus, per un gruppo di persone cieche, ipovedenti e vedenti.
Ciascuno con la propria identità e abilità e il suo modo di percepire la bellezza della natura.
È partito da Castiadas il “Cammino inclusivo”, format collaudato in molti sentieri italiani, ideato da Dario Sorgato, designer ipovedente, presidente di NoisyVision. Con il gruppo anche la guida Matteo Casula della “Compagnia dei cammini”. Sei giornate di cammino fino al 13 ottobre, tra percorsi che si affacciano su scogliere, spiagge, mare turchese, panorami fascinosi e ricchi di verde. Giorno dopo giorno si fa tappa a San Priamo – Porto Pirastu, Costa Rei, Cala Pira, Villasimius.
Il “Cammino” è stato presentato a Cagliari allo Ierfop, non nuovo a esperienze formative come corsi di arrampicata nelle falesie, surf: nelle intenzioni di Roberto Pili e Bachisio Zolo, presidente e direttore didattico, ha aperto la strada a nuove collaborazioni con NoisyVision.
“Camminare con le persone non vedenti per i normodotati è un’occasione per soffermarsi su dettagli che a uno sguardo veloce sfuggono.Tradurre in parole la bellezza di un tramonto o un paesaggio, cogliere le voci della natura, fruscii, profumi del mare o delle erbe spontanee, sentire la brezza, il calore del sole o la frescura, il contatto dei piedi sulla terra o delle mani su una roccia – spiega all’ANSA Dario Sorgato – il Cammino è uno scambio e un arricchimento per tutti”. La svolta nell’accettazione della sua disabilità è avvenuta a 30 anni, dopo una traversata di due mesi nell’ oceano sud atlantico a bordo di un veliero. “L’outing, il rivelarla pubblicamente, mi ha dato quella leggerezza e la libertà di non farmi condizionare dallo sguardo giudicante degli altri – racconta – da allora ho fatto spazio nella mia vita per far entrare le tante possibilità che offre e incoraggiare altre persone a fare altrettanto”.
Sono numerosi i gruppi del “cammino condiviso”. “Chi ha una disabilità desidera rivivere emozioni ed esperienze in maniera più serena – aggiunge Sorgato – i normodotati ci raccontano come hanno superato i limiti dati dalla scarsa conoscenza e la paura di pensare al mondo della disabilità come un mondo a parte, e vogliono riprovare l’intensità della condivisione.
Indipendentemente dalle capacità visive, stare nella natura e in connessione con se stessi diventa occasione cogliere la propria percezione, per ritrovare il proprio intimo senso del trascendente insito in ognuno di noi”.