Raccontare il Sulcis attraverso il cinema.
È l’obiettivo della terza edizione di Carbonia Cinema Giovani Filming Lab, il progetto del Csc Carbonia della Società Umanitaria che ha aperto le selezioni di sei giovani sul territorio nazionale per una residenza finalizzata alla realizzazione di un documentario che sarà distribuito in tutta Italia all’interno della rassegna itinerante di cinema del reale “L’Italia che non si vede”, promossa dai circoli cinematografici Arci.
Il progetto è realizzato in collaborazione con Ucca – Unione Circoli Cinematografici Arci e Fondazione Sardegna Film Commission, con la partecipazione dei Servizi Audiovisivi dello SBIS – Sistema Bibliotecario Interurbano del Sulcis e il patrocinio del Comune di Carbonia.
l bando, consultabile sul sito del Carbonia Film Festival, scade il 2 ottobre.
Possono partecipare giovani professionisti e non, di età compresa tra i 20 e i 32 anni, che abbiano frequentato o stiano frequentando una scuola di cinema o abbiano una formazione o competenza già avanzata, anche come autodidatti, in filmmaking.
La residenza, dopo una prima fase conoscitiva da remoto, si svolgerà a Carbonia dal 10 al 25 novembre in modalità totalmente gratuita, e sarà curata dal regista Daniele Gaglianone con la collaborazione del filmaker e sociologo Chicco Angius come tutor del progetto. Quest’anno il corso di formazione si svolgerà parallelamente alla nuova edizione del Carbonia Film Festival, in programma dal 13 al 17 novembre. Le corsiste e i corsisti avranno quindi l’occasione di partecipare a una parte delle attività proposte dal Festival, tra cui alcuni incontri formativi a loro dedicati con i registi e i professionisti ospiti dell’evento. Dopo aver indagato, attraverso una pluralità di voci e di sguardi, il rapporto tra sottosuolo e soprassuolo e tra passato e presente, Carbonia Cinema Giovani Filming Lab si concentra quest’anno su un personaggio, giovane e sfaccettato, e sul suo rapporto tra la terra d’origine e il resto del mondo. Si tratta di un atleta di livello nazionale che gareggia anche in competizioni internazionali in giro per il mondo, ma che ha scelto di restare a vivere nel Sulcis. Il ritratto di questo personaggio diventa un’occasione per raccontare ancora una volta la tensione esistente di un territorio sempre in bilico fra orgoglio resistente e malinconica rassegnazione.