Con una nota inviata al Prefetto di Cagliari e all’Assessore alla Sanità della Regione Sardegna in merito allo stato di estrema criticità per la tutela della salute e della sicurezza da parte degli Operatori Sanitari che afferiscono alla SS “Tutela della Salute in carcere” – Casa Circondariale UTA –E. Scalas.
Le criticità segnalate sarebbero riconducibili all’elevato “Stress lavoro correlato” già noto ai vertici aziendali della
ASL 8 e al Direttore di Distretto Area Ovest, al quale la struttura fa riferimento in termini di appartenenza territoriale/distrettuale.
“In data 28 Novembre 2024, avendo ricevuto diverse segnalazioni, la scrivente segreteria Territoriale, informava il D.G della ASL 8 della grave carenza di personale infermieristico, chiedendo di voler intervenire con le opportune integrazioni. Tale richiesta duole dover constatare che non ha avuto a tutt’oggi alcun riscontro. Nel periodo di tempo intercorso sono altresì incrementate le difficoltà per il personale sanitario, di poter lavorare con la necessaria tranquillità e sicurezza, facendo aumentare ansia e preoccupazione per la propria incolumità e salute”, scrivono in una nota congiunta la Dirigente FIALS Anna Secci e Il Segretario Provinciale Fials di Cagliari Giampaolo Cugliara.
“All’interno della struttura carceraria non sarebbe infatti garantita agli operatori sanitari, l’indispensabile sicurezza dovuta a chi è impegnato a svolgere un lavoro particolarmente delicato in un setting di per se’ critico. Il personale sanitario sarebbe esposto a sistematiche aggressioni verbali, in qualche circostanza esitate in aggressioni fisiche, al punto tale da minare psicologicamente gli operatori, generando il quadro classico richiamato dal D.L.gvo. 81/08 di “Stress Lavoro Correlato”, ben noto al datore di lavoro e preposti ai vari livelli, i quali sembrerebbero non aver dato alcuna disposizione finalizzata a prendere in carico un rischio già definito “Alto” dagli stessi addetti ai lavori”…”Ma v’è di più, il personale sanitario opererebbe in ambienti igienico sanitari carenti, poiché le pulizie degli ambienti sanitari sarebbero state affidate a detenuti (la cui volontà è apprezzabile), ma che non si concilia con l’indispensabile necessità di garantire le corrette e adeguate pulizie in ambienti sanitari che per definizione non possono essere equiparati a quelli di un ufficio amministrativo di qualsivoglia ente”, prosegue la nota.
“Al personale sanitario non sarebbero stati assegnati nemmeno spogliatoi a norma. Gli ambienti assegnati infatti
sarebbero privi di bagni e docce indispensabili e non rinunciabili. Gli strumenti messi a disposizione del personale, uno su tutti (es. carrelli della terapia), sarebbero così obsoleti e privi di una regolare manutenzione da essere stati la causa di infortunio sul lavoro”…”Il personale Infermieristico, opererebbe frequenti e significative movimentazioni manuali di pazienti, nei numerosi interventi di primo soccorso, in condizioni di assoluta assenza di ausili previsti per la movimentazione a tutela della sicurezza della salute dei lavoratori”, incalza la Fials.
“Le condizioni legate alla climatizzazione interna agli ambienti di lavoro, sarebbe inadeguata al punto tale che nel periodo estivo, risulterebbe critica, anche la gestione dei farmaci nelle varie medicherie inserite nelle sezioni della struttura carceraria. La grave carenza del personale infermieristico ed OSS , unitamente all’assenza di opportune e condivise procedure di lavoro tese a creare condizioni di maggiore sicurezza e tutela dei lavoratori, hanno contribuito a generare ansia, preoccupazione, messa in discussione della propria professione; e quando (a seguito di un’aggressione fisica subita da una infermiera), è stata rappresentata la situazione al Direttore del Distretto dell’Area Ovest Dr. PP.P, ci viene segnalato, anche dai Responsabili della Struttura carceraria, che il medesimo Direttore a tutt’oggi non avrebbe adottato nessun intervento migliorativo. Gli operatori sanitari tutti, compresi i medici e i responsabili sanitari, lamentano in generale di sentirsi abbandonati dai vertici della ASL 8, ognuno per le parti di competenza, ma nessuno escluso”, scrivono i due dirigenti della Fials.
“Le attività sanitarie avvengono in modo prevalente con la presenza di detenuti lasciati liberi, a seguito della cosiddetta “sorveglianza dinamica”, che tuttavia riduce il livello di sicurezza verso gli operatori sanitari. Tale percezione sembrerebbe aver indotto, la struttura carceraria a creare nel “SAI” Area Degenza, quella che dagli operatori sanitari è stata ribattezzata come “La Voliera”, ovvero un’area caratterizzata da una struttura metallica/inferriata a sbarre, opportunamente fissata alle estremità delle due pareti verticali, la soffitta e lo stesso pavimento, all’interno della quale, per ragioni di sicurezza, il personale sanitario si chiuderebbe volontariamente, nei momenti in cui la polizia penitenziaria deve allontanarsi ,dall’area degenza, per ragioni di servizio, creando il paradosso di avere “temporaneamente” il personale sanitario rinchiuso dietro le sbarre, ed i detenuti liberi di circolare nell’area di degenza, fino al rientro della polizia penitenziaria”, scrivono Cugliara e Secci.
“Se non fosse davvero drammatico l’ambiente di lavoro, all’interno del quale gli operatori sanitari sono obbligati a lavorare, ci verrebbe da chiedere laconicamente ai vertici della ASL8 8: “ma che male hanno fatto i lavoratori assegnati alla struttura carceraria per meritare di lavorare in un ambiente sanitario totalmente disorganizzato e inadeguato al punto tale da minare la salute e sicurezza degli stessi lavoratori”? Aggiungiamo che oltre al danno la beffa! poichè parrebbe che tale situazione nei fatti crei delle condizioni pregiudizievoli per eventuali richieste di trasferimenti che ci risultano essere già state manifestate dai lavoratori senza alcuna possibilità di una regolare via d’ uscita! Già perché la risposta dei Dirigenti del Servizio Infermieristico sarebbe stata: -“ Nessuno vuole andare a lavorare in quella struttura”…”Concludendo non vi è dubbio che “siamo di fronte ad un sistema che va completamente riorganizzato, da chi evidentemente è capace di farlo”.
A tal proposito i lavoratori, ormai esausti di una situazione diventata insostenibile, ci chiedono, e noi domandiamo: “Posto che, chi riveste un ruolo di Direzione ed è per tale ragione ben remunerato, per supportare e migliorare aspetti organizzativi, stia palesando evidenti difficoltà ed incapacità, perché continua ad occupare ruoli così delicati senza che nessuna risoluzione di reali problematiche sia stata gestita e/o risolta? “Onori ed oneri” si diceva una volta”…”Oppure i lavoratori della struttura carceraria sono costretti ad espiare una pena della quale non si comprende la ragione? Alla luce di quanto suesposto nella giornata del 29/01/2025 ci viene segnalato un nuovo episodio di aggressione fisica ai danni di una Infermiera”.
“La scrivente segreteria Territoriale, preso atto dell’indifferenza e scarsa sensibilità mostrata verso le condizioni di lavoro del personale assegnato alla SS in parola, chiede un intervento autorevole ed incisivo per il ripristino della necessaria serenità ed il rispetto di quanto previsto nel Decreto Legislativo 81/08 sulla sicurezza e tutela dei lavoratori”, conclude la Fials.