Carceri: associazione ‘entro novembre apertura 41bis a Cagliari’

“Improvvisa e, per certi versi inattesa, accelerazione nel completamento dei lavori del padiglione che ospiterà, all’interno del villaggio penitenziario di Cagliari-Uta, i detenuti destinati al regime del 41 bis.

Dopo un lungo periodo di stasi, infatti, i lavori sono ripresi a ritmo serrato facendo ritenere che entro l’anno, probabilmente nel mese di novembre, arriveranno in Sardegna, a scaglioni, altri 92 detenuti destinati al regime della massima sicurezza”.

Lo sostiene, in una nota, Maria Grazia Caligaris, presidente dell’associazione “Socialismo Diritti Riforme” osservando che “ancora una volta la Sardegna aumenterà in modo esponenziale la presenza di persone private della libertà con un alto indice di pericolosità, nel silenzio generale delle istituzioni locali”.

“I detenuti del regime del 41 bis, già presenti a Sassari-Bancali, raggiungeranno il ragguardevole numero di 180, oltre il 25% di tutti i reclusi più pericolosi mentre l’isola deve ancora scontare gravi carenze di personale a tutti i livelli”, aggiunge.

“A rendere fondata la previsione di un’imminente apertura della sezione destinata ai detenuti ristretti al 41bis – afferma – la visita a sorpresa di Antonio Bianco, responsabile della direzione generale per la gestione dei beni, dei servizi e degli interventi in materia di edilizia penitenziaria, nell’istituto penitenziario Ettore Scalas, ai margini dell’area industriale di Macchiareddu di Cagliari.

Nel sopralluogo, finalizzato a verificare lo stato dei lavori, era presente anche Ernesto Napolillo della direzione generale detenuti e trattamento. Due ex magistrati, personalità di primo piano nel dipartimento dell’amministrazione penitenziaria”.

“Non si è trattato di una semplice visita di cortesia – sottolinea la presidente di Sdr Odv – ma di un vero e proprio sopralluogo finalizzato a verificare l’attuazione del programma di edilizia penitenziaria dopo il nuovo finanziamento per completare il Padiglione. La struttura infatti non era stata completata non essendo stati realizzati gli uffici matricola, l’infermeria e gli spazi idonei agli agenti del gruppo operativo mobile, il reparto specializzato della polizia penitenziaria”, scrive l’Ansa.

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