“Il telecomandato radiologico, ovvero lo strumento diagnostico che di routine esegue le radiografie per chi entra nella Casa Circondariale di Cagliari-Uta, è fuori servizio. Ciò significa che tutti gli esami radiologici dovranno essere effettuati con ricovero utilizzando il Pronto Soccorso. Un’emergenza che richiede l’immediato intervento della ASL per garantire alle persone private della libertà e agli operatori di poter svolgere con serenità il proprio ruolo”. Lo sostiene Maria Grazia Caligaris dell’associazione “Socialismo Diritti Riforme ODV” avendo appreso dai familiari dei detenuti che ormai da 24 ore non è più disponibile lo strumento diagnostico maggiormente utilizzato anche per scongiurare malattie infettive in atto”.
“Ciascuna persona che entra nel carcere – ha spiegato Caligaris – viene sottoposta a una serie di esami per verificare le condizioni di salute generale e per evitare, nel caso di una malattia infettiva, che il problema si diffonda all’interno dell’Istituto. L’esame radiologico in particolare viene utilizzato anche per scongiurare che una persona detenuta che abbia ottenuto un permesso premio possa portare in cella, nascosto all’interno dell’organismo, droga o, addirittura, com’è accaduto in alcuni casi micro telefonini”.
“Il telecomandato radiologico viene sottoposto annualmente a controllo per garantire l’efficienza dello strumento e verificare che l’apparato funzioni in modo da non creare danni alle persone con le radiazioni. Questa volta l’esame non è stato superato e la “revisione” con esito negativo ha determinato da parte dei tecnici la decisione di dichiararlo “fuori servizio”. E’ evidente che il carcere non può fare a meno dello strumento. In sua assenza sarà indispensabile accompagnare il paziente in condizioni di urgenza in ospedale con un aggravio di lavoro degli Agenti e con i rischi che il continuo via vai può comportare. E’ quindi necessario un intervento immediato della ASL – conclude l’esponente di SDR – affinché sia rispettato il diritto alle cure a chi a perso la libertà e la sicurezza a chi opera nella Casa Circondariale”.